L’estate è ormai abbondantemente archiviata e l’autunno, in quanto stagione di transizione, sa farsi portatore di bruschi e sensibili sbalzi termici che, conseguenzialmente, comportano i soliti e dispettosi acciacchi.
Un giorno possiamo tranquillamente uscire in maglietta, il sole è ancora caldo, sembra di abbracciare ancora l’estate.
Il giorno successivo ci troviamo sotto una pioggia fine e pertinace, la temperatura è crollata e l’inverno sembra essere arrivato.
Quindi, altro non resta da fare che praticare la diffusa e consueta abitudine di “vestirsi a cipolla” e ciascuno di noi sa quanto sia non solo avvilente, ma anche stressante, svestirsi e rivestirsi, togliersi il maglioncino, per poi infilarlo nuovamente nel corso delle ore successive.
L’escursione termica è proprio la principale causa di raffreddori e malanni, ma anche un’indiscussa fonte di malessere plico-fisico: il nostro orologio biologico fatica ad abituarsi a questi sbalzi e a volte va in tilt. Ecco, quindi, che tristezza, depressione, stanchezza e una generale abulia bussano alla porta.
Nei tre mesi autunnali aumentano anche i problemi per chi soffre di reumatismi.
A onor del vero, l’autunno è insieme alla primavera la stagione più piovosa nel nostro Paese. L’aumento delle precipitazioni e la notevole quantità di umidità relativa fa aumentare il volume delle fibre elastiche delle articolazioni e del liquido sinoviale: ciò provoca gonfiore e infiammazione a carico delle articolazioni stesse.
Anche gli asmatici e gli allergici vedono peggiorare la loro condizione nella stagione autunnale, dato che in questa fase dell’anno aumentano tutti quei fattori responsabili di questo tipo di disturbi: acari, umidità, polloni della paritaria, e naturalmente l’inquinamento urbano che sortisce ancor più deleteri effetti al rientro dalle vacanze.
Ma l’effetto forse più importante e diffuso è quello psichico. Da tempo si conosce, infatti, la SAD: sindrome da Disturbo Affettivo Stagionale.
Gli esperti in materia spiegano questa tendenza che si palesa tra l’autunno e l’inverno alla tristezza e alla malinconia con una diminuzione della serotonina, un ormone che viene stimolato dalla luce del sole.
Questo ormone, definito addirittura “l’ormone del sorriso” viene a diminuire molto nella stagione fredda. Aggiungiamo a tutto ciò che in questa fase avviene il rientro dalle vacanze e il ritorno al lavoro, e avremo un quadro completo delle difficoltà che il nostro organismo, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico, è costretto ad affrontare.
C’è anche chi attribuisce l’aumento della richiesta di apporto di dolciumi, in particolare di cioccolato, durante le stagioni più fredde, proprio quale risposta indotta da parte dell’organismo che esige il pieno di zuccheri per osteggiare la SAD.