Quando i 99 Posse hanno partorito il brano che ha, senza dubbio, segnato in maniera caparbia ed energica, la storia della musica napoletana e non solo, avevo 10 anni. All’epoca, tra quelli che si chiamavano adolescenti e adesso sono divenuti “teenager”, andavano di moda le musicassette, perché non esistevano gli iPod e gli mp3, quindi, per trasportare musica ovunque ed assicurarsi di non rimanerne mai a corto, si usavano gli ormai obsoleti walkman.
I nastri delle cassette di “Curre curre guagliò” si sono fusi a furia di “play e rewind” in molti walkman di acerbi aspiranti adulti come me.
In 20 anni cambiano tante cose, questo è scontato.
Si fatica a comprendere se migliorano o peggiorano, se evolvono o regrediscono, ma, sicuramente, cambiano.
Non è così scontato, 20 anni dopo, riascoltare quella stessa canzone, intonata a squarciagola da “vecchie e nuove” generazioni.
È la magia di una lungimirante e tutt’altro che antiquata band che, nonostante il ventennio trascorso, continua a “fare musica”.
E nemmeno questo risulta così scontato.
“Curre curre guagliò”, in realtà, questi 20 anni, li ha cavalcati sull’onda di un adrenalinico e caparbio moto perpetuo. Inarrestabile, intramontabile, mai svilito da beffarde rughe o malinconiche sbavature, quelle che introducono l’ultimo tramonto e che impongono di “fare un passo indietro”.
Piuttosto, rinvigorita da nuova, prolifera e tenace linfa, quella stessa canzone, si è riproposta nelle plurime versioni contenute nell’album procreato dalla band partenopea per festeggiare il coronamento di un momento topico che oltraggioso risulterebbe definire “traguardo”, in quanto potrebbe lasciar intravedere una tutt’altro che reale battuta d’arresto.
“Curre curre guagliò 2.0 – Non un passo indietro” altro non è che l’evoluzione naturale alla quale è andata incontro quella primordiale musicassetta tramutandosi in disco, conservando gelosamente intatta la cruda essenza delle sue radici, arricchendole, però, con voci, graffi ed anime di innumerevoli artisti di caratura nazionale. E non solo.
Il reverenziale rispetto per quelle radici ha trovato la sua suprema e più sublime espressione nel concerto tenutosi ieri sera alla Mostra D’Oltremare, fortemente voluto dalla band partenopea per abbracciare il pubblico che oggi, come ieri e lungo il corso dell’intero ventennio, non ha mai smesso di vivere la loro musica.
Caparezza, J-Ax, Mama Marjas, Clementino, Bonnot, Signor K., Roy Paci, Banda Bassotti, Francesco Di Bella, Sangue Mostro, Ensi, Jovine, Dope One, Geko, Claudio Marino, Marcello Giannini e Salvatore Rainone degli Slivovitz, MC Mariotto, Roy Paci, Banda Bassotti, Francesco Di Bella, Sangue Mostro, Ensi, Jovine, Dopo One, Geko, Claudio Marino, Marcello Giannini, Salvatore Rainone degli Slivoviz, Mc Mariotto e l’ospite a sorpresa Enzo Avitabile.
Questo il parterre di artisti che ha intrattenuto la gremita folla accorsa a ridosso del palco, inscenando, insieme ai 99 Posse, un’autentica maratona musicale, per sottolineare, in maniera calzante e tutt’altro che prevedibile, un pezzo di storia che esige di essere coronato non con un diadema, ma con un più umile e verace berretto.
Una notte ricca di suggestioni ed emozioni che imprime, nell’immensità del cielo, un graffiante messaggio: Napoli dimostra di essere un perpetuo ed inestinguibile tesoro di talenti musicali, nell’ambito del quale i 99 Posse hanno saputo ergersi a “diamante grezzo” di rara beltà ed eccelsa fattura.
E soprattutto, compie un imperdonabile “passo indietro” chi si lascia sopraffare dalla fallace convinzione che “Curre curre guagliò” sia “la stessa canzone”.