La professione giornalistica a Napoli e in Campania vive una fase complessa, segnata da difficoltà strutturali, minacce e precarietà, ma anche da momenti di mobilitazione e impegno per la libertà di informazione. Ecco una panoramica dei principali problemi, delle emergenze e degli elementi positivi nel contesto locale.
Libertà di stampa e sicurezza dei giornalisti
Un punto critico riguarda la sicurezza dei professionisti dell’informazione: durante un flash-mob tenuto a Napoli il 3 maggio 2025, il Sindacato unitario giornalisti della Campania (SUGC) ha lanciato l’allarme: «Situazione di emergenza nazionale per l’informazione».
Secondo il rapporto, nella sola provincia di Napoli risultano circa 20 giornalisti sotto tutela per motivi legati alla propria attività professionale. Le questioni più segnalate riguardano le “querele bavaglio”, la tutela delle fonti e le minacce digitali/fisiche al giornalismo locale.
Tutto ciò segnala che, anche in una regione italiana, la libertà di stampa non è garantita come potrebbe sembrare, e che il contesto locale presenta rischi significativi.
Precarietà, crisi dell’editoria e desertificazione dell’informazione
Un’altra criticità è legata allo stato dell’editoria locale e alla condizione professionale dei giornalisti: testate cartacee e organi di informazione locale stanno affrontando cali di lettori, riduzioni di personale e modelli di business incerti. Durante il flash-mob, è stato evidenziato che «nel Meridione d’Italia… i giornali chiudono e la desertificazione dell’informazione mette a rischio la tenuta democratica di alcuni territori». A livello formativo, si segnala l’impegno dell’Ordine dei Giornalisti della Campania con corsi su deontologia, new media e nuovi modelli di comunicazione. Ad esempio, un corso dal titolo “I media in trasformazione: la deontologia …” è stato promosso nel febbraio 2025.
Questi fattori indicano che, oltre al tema della sicurezza, vi è una sfida di tenuta professionale e di tenuta del pluralismo locale che richiede attenzione e interventi.
La stampa a Napoli e in Campania si trova a un bivio: da un lato la libertà di informare, la presenza di testate storiche e un impegno culturale forte; dall’altro la precarietà del lavoro giornalistico, le minacce alla sicurezza dei cronisti e un mercato dell’informazione che fatica a stare al passo con i cambiamenti.
Difendere l’informazione in Campania significa non solo tutelare i giornalisti sotto pressione, ma anche assicurare che i cittadini abbiano accesso a fonti indipendenti, pluraliste e coraggiose. In tal senso, le istituzioni regionali, le organizzazioni professionali e la società civile hanno un ruolo decisivo.










