James Senese è molto più di un musicista: è la voce e il suono di una città, l’anima nera di Napoli che ha saputo tradurre in musica le sue contraddizioni, la sua rabbia e la sua bellezza. Fondatore insieme a Franco Del Prete del gruppo Napoli Centrale nel 1975, Senese ha scritto una delle pagine più autentiche e rivoluzionarie della musica italiana, fondendo jazz, funk e sonorità mediterranee con testi in dialetto che raccontano le storie e le ferite del popolo napoletano.
Le origini e la nascita di un suono nuovo
Nato a Napoli nel 1945 da madre italiana e padre afroamericano, James Senese cresce tra le difficoltà di un’infanzia segnata dalla discriminazione ma anche dalla forza della diversità. Quella fusione di culture, di suoni e di sensibilità diventa presto la sua cifra artistica. Dopo le prime esperienze con il gruppo Showmen, insieme a Mario Musella, Senese dà vita a un progetto musicale che cambierà per sempre la scena napoletana: Napoli Centrale.
Il nome stesso è un manifesto. È la stazione dove si incontrano i popoli, i linguaggi e le vite della città, ma anche un simbolo di partenza e ritorno, di inquietudine e ricerca. Con brani come “Campagna”, “Pensione Floridiana”, “Simme iute e simme venute”, il gruppo porta un messaggio politico e sociale forte: una denuncia delle ingiustizie, del lavoro precario, dell’emigrazione e della povertà, ma sempre con la dignità e la forza di chi non smette di lottare.
Un jazz meticcio e universale
Il sound dei Napoli Centrale è unico: un intreccio di fiati potenti, ritmi funk e jazz, e la voce roca e tagliente di Senese che canta in dialetto come fosse un grido viscerale. In un periodo in cui la musica italiana era dominata dal pop e dalla melodia, la band si impone come una delle esperienze più radicali e innovative.
Negli anni ’70 e ’80, il gruppo diventa un punto di riferimento per tutta la scena napoletana, influenzando artisti come Pino Daniele — con cui Senese collaborerà a lungo — Enzo Avitabile e molti altri. “Pino era come un fratello,” amava ricordare James, “abbiamo condiviso la stessa fame di musica e di verità.”
Dalla crisi alla rinascita
Dopo alcuni anni di pausa e cambi di formazione, Napoli Centrale torna in grande stile negli anni 2000, portando avanti il messaggio originario con la stessa intensità. Album come “’O sanghe” (2016) e “James is Back” (2021) testimoniano una continuità artistica rara, con la voce e il sax di Senese sempre al centro: crudo, poetico, inconfondibile.
Il ritorno in scena di Senese è anche una testimonianza di coerenza e integrità: nessun compromesso, nessuna concessione alle mode. Solo musica vera, fatta di vita, dolore e speranza.
L’eredità di James Senese
James Senese è considerato un’icona, non solo per Napoli ma per tutta la musica italiana. Con oltre cinquant’anni di carriera, ha saputo incarnare l’anima più autentica del jazz mediterraneo, trasformando il dolore personale in una forza collettiva.
Il suo sassofono è stato una voce di libertà, il suo dialetto una lingua universale.
Come amava dire: “La musica non è solo suono. È un modo per dire chi siamo, per non dimenticare da dove veniamo.”
E forse è proprio questo il segreto della sua grandezza: l’aver saputo restare fedele a sé stesso, senza mai tradire la sua città, la sua storia e la sua verità.










