Sono stati rilasciati i tre attivisti della rete ProPal arrestati durante le proteste di sabato scorso alla Mostra d’Oltremaredi Napoli, in occasione dell’evento farmaceutico Pharmexpo. Il GIP del Tribunale di Napoli ha convalidato gli arresti, ma ha disposto per loro la misura cautelare dell’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria, lasciandoli liberi dal carcere.
I fatti: la protesta, gli arresti e i capi d’accusa
La vicenda risale al pomeriggio del 25 ottobre, quando circa trenta manifestanti si sono radunati all’esterno dello stand della Teva, azienda farmaceutica israeliana presente alla fiera a Fuorigrotta.
In base alla ricostruzione della Questura, alcuni manifestanti avrebbero scagliato le transenne contro gli agenti e ingaggiato comportamenti di aggressione. Due poliziotti hanno riportato contusioni (guaribili in 4-7 giorni), mentre un dirigente del Servizio di Ordine Pubblico ha subito la frattura di una spalla con prognosi di circa 30 giorni.
I tre arrestati — un uomo di 22 anni, un altro di 33 anni e una donna di 46 anni — sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni a pubblico ufficiale.
La decisione del giudice e la misura cautelare
Durante l’udienza di convalida, il GIP Napoli Vinciguerra ha ritenuto non necessaria la custodia in carcere per i tre, optando invece per l’obbligo di firma nei giorni stabiliti (lunedì, mercoledì e venerdì).
Con questa decisione, i manifestanti saranno tenuti a presentarsi regolarmente alla polizia giudiziaria per dimostrare la loro disponibilità a collaborare con la giustizia e garantire il rispetto delle misure imposte.
Le versioni divergenti: manifestanti vs forze dell’ordine
Esistono versioni diametralmente opposte sull’accaduto. Secondo la Questura, l’intervento delle forze dell’ordine sarebbe scattato in risposta al lancio delle transenne e all’attacco fisico contro gli agenti.
I manifestanti, invece, parlano di una carica improvvisa e gratuita, sostenendo che il presidio fosse pacifico e che non vi fosse alcuna rimozione delle transenne da parte loro.
La protesta era motivata da ragioni politiche e sociali, con la critica alla presenza della Teva, accusata di avere legami con il contesto internazionale legato all’attuale conflitto israelo-palestinese.










