Israele ha intercettato decine di imbarcazioni della Global Sumud Flotilla — secondo fonti come Internazionale, Euronews e Amnesty International, oltre 400 attivisti sarebbero stati fermati in seguito all’abbordaggio delle navi.
Fra gli arrestati ci sono cittadini di numerosi paesi: oltre agli italiani, anche spagnoli, turchi, malesiani e altri.
Dove sono detenuti e che trattamento ricevono
I detenuti sono stati trasferiti in centri di detenzione nel sud di Israele, in particolare la prigione di Saharonim.
Ci sono denunce da parte degli attivisti e delle organizzazioni per i diritti umani (fra cui Amnesty International) su condizioni ritenute degradanti: uso delle manette, obbligo di inginocchiarsi, trasporto in condizioni difficili, possibili ritardi nell’assistenza legale.
Pressioni internazionali, richieste e rimpatrio
L’Italia ha segnalato che seguirà diplomaticamente il caso dei suoi cittadini coinvolti, attraverso ambasciata e consolato.
Si stanno pianificando voli di rimpatrio per alcuni degli arrestati: fonti dicono che potrebbero esserci charter il 6 e 7 ottobre, diretti verso capitali europee come Londra e Madrid.
Alcuni parlamentari italiani che erano a bordo sono già stati espulsi da Israele e sono rientrati.
Denunce, responsabilità legali e punti controversi
Amnesty International contesta che l’intercettazione sia illegale, soprattutto in acque internazionali, e che l’azione configuri un attacco ad attività umanitarie pacifiche. Chiede la liberazione immediata e senza condizioni degli arrestati.
Alcune fonti riferiscono che i prigionieri non siano stati inizialmente assistiti da avvocati, che non sia chiaro per tutti il procedimento legale che seguiranno.
Stato attuale e cosa resta da verificare
Non è chiaro per tutti gli arrestati quanto dureranno le detenzioni, né se tutti accetteranno le espulsioni suggerite da Israele come alternativa al procedimento legale.
Alcune imbarcazioni della Flotilla sono ancora in mare, monitorate dalla Marina israeliana. Alcuni partecipanti affermano che il viaggio continua, malgrado gli attacchi.
Rimangono da chiarire le condizioni sanitarie specifiche individuali (chi ha bisogno di cure mediche, chi è più vulnerabile, ecc.), e l’accesso completo agli avvocati per tutti.
 
 










