La guerra a Gaza ha scatenato una serie di reazioni contrastanti all’interno dell’Unione Europea, mettendo in luce le divisioni tra gli Stati membri e le crescenti pressioni politiche e sociali.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato una serie di misure in risposta alla crisi umanitaria a Gaza. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, ha proposto la sospensione dell’accordo di libero scambio con Israele e l’introduzione di sanzioni mirate contro “ministri estremisti” e “coloni violenti”. Ha inoltre dichiarato la sospensione del sostegno economico bilaterale a Israele, pur mantenendo il supporto a organizzazioni della società civile e istituzioni come Yad Vashem .
Nonostante le proposte della Commissione, l’Unione Europea rimane divisa. Paesi come Germania e Ungheria si sono opposti a misure troppo dure, temendo ripercussioni sulle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele. La necessità di un voto a maggioranza qualificata rende incerta l’adozione delle misure proposte.
Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha criticato l’Europa per il suo “fallimento assoluto” nella gestione del conflitto a Gaza, accusando l’Unione Europea di applicare un doppio standard rispetto alla crisi in Ucraina . In Italia, il Partito Democratico ha accolto positivamente le proposte di von der Leyen, mentre altri partiti hanno espresso preoccupazioni riguardo all’efficacia delle misure e alle possibili ripercussioni sulle relazioni internazionali.
Il Parlamento Europeo ha programmato una discussione urgente sulla situazione a Gaza, con l’obiettivo di adottare una risoluzione che chieda un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e l’avvio di un processo di pace basato sulla soluzione dei due Stati . Questa iniziativa riflette la crescente pressione da parte dell’opinione pubblica e delle organizzazioni per i diritti umani affinché l’Europa assuma un ruolo più attivo nella crisi.
Mentre l’Unione Europea continua a dibattere sulle azioni da intraprendere, la situazione a Gaza rimane critica. Le divisioni interne e le sfide politiche potrebbero ostacolare l’efficacia delle misure proposte. Tuttavia, la crescente pressione internazionale e l’indignazione pubblica potrebbero spingere l’Europa a prendere decisioni più decisive nei prossimi giorni.
Il governo italiano ha espresso preoccupazione per la situazione a Gaza, condannando la violenza e ribadendo l’impegno per la pace. Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha dichiarato: “Assolutamente sì. Questa carneficina non può continuare. E l’invasione di Gaza rischia di trasformarsi in un Vietnam per i soldati israeliani. Se i vertici dell’esercito hanno perplessità un motivo c’è. Non è questa la via” .
Tajani ha sottolineato l’importanza della diplomazia e dei negoziati, escludendo Hamas come interlocutore e indicando l’Autorità Palestinese come unico rappresentante legittimo. Ha inoltre proposto una missione ONU a guida araba per riunificare Gaza e la Cisgiordania e costruire uno Stato palestinese.
In risposta alle accuse di invio di armi a Israele, il governo italiano ha dichiarato di aver interrotto le forniture militari dal 7 ottobre 2023, rispettando la legge italiana.
Il governo italiano ha anche accolto 181 bambini palestinesi, dichiarando di essere il paese dell’UE che ha salvato più vite a Gaza .
Tuttavia, ci sono critiche riguardo alla continua collaborazione con Israele nel settore della difesa, nonostante le dichiarazioni ufficiali di sospensione delle forniture.
Inoltre, il governo italiano è stato sollecitato a proteggere la Global Sumud Flotilla, un’iniziativa umanitaria internazionale diretta a Gaza, diffidando Israele da qualsiasi azione di contrasto allo sbarco degli aiuti.