La Global Sumud Flotilla, un’iniziativa internazionale volta a sfidare il blocco navale israeliano su Gaza, ha subito un secondo attacco aereo in meno di 24 ore. Il 9 settembre, una drone ha colpito la nave britannica Alma nel porto tunisino di Sidi Bou Said, provocando un incendio sul ponte superiore. L’attacco non ha fatto registrare vittime tra i membri dell’equipaggio. Il giorno successivo, un altro drone ha danneggiato la nave portoghese Family, ancorata nello stesso porto.
Entrambi gli attacchi sono stati attribuiti da attivisti e organizzazioni internazionali a Israele, sebbene le autorità tunisine abbiano inizialmente negato l’uso di droni, parlando di incendi di origine interna. Le immagini diffuse dalla Flotilla mostrano danni evidenti e un dispositivo elettronico carbonizzato, suggerendo l’uso di un ordigno incendiario.
La missione della Global Sumud Flotilla, composta da circa 50 imbarcazioni e centinaia di attivisti provenienti da 44 paesi, ha lo scopo di portare aiuti umanitari a Gaza, dove la situazione è critica a causa del conflitto in corso e del blocco israeliano. Tra i partecipanti figurano figure di spicco come l’attivista ambientale Greta Thunberg e la politica portoghese Mariana Mortágua.
Non è il primo attacco subito dalla Freedom Flotilla quest’anno. A maggio, la nave Conscience era stata colpita da due droni in acque internazionali al largo di Malta, danneggiando i sistemi vitali della nave e costringendo l’equipaggio a interrompere la missione. A giugno, la nave Madleen, diretta a Gaza, era stata intercettata e sequestrata dalla marina israeliana in acque internazionali, con a bordo attivisti tra cui l’eurodeputata Rima Hassan.
Nonostante gli attacchi, la Global Sumud Flotilla ha dichiarato di voler proseguire la sua missione, sottolineando che Israele sta cercando di impedire l’arrivo degli aiuti umanitari a Gaza.