Polemica intorno a una fotografia pubblicata dall’onorevole e giornalista professionista Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde) sui propri canali social. L’immagine, che ritrae un richiedente asilo apparentemente ammanettato e con volto riconoscibile, è stata accompagnata dal commento: “Preso uno dei due evasi da Poggioreale”.
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Manifesto”, diverse associazioni che si occupano di immigrazione e diritti umani, la diffusione di quello scatto rappresenterebbe una violazione della privacy e della dignità della persona ritratta. La segnalazione è stata inoltrata sia al Garante della Privacy che all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
A denunciare la gravità dell’episodio è stato Antonio Mattone, volontario di Sant’Egidio, che ha parlato di “violazione del diritto alla vita privata” e del protocollo deontologico della Carta di Roma, che tutela i soggetti in condizione di vulnerabilità.
Borrelli, dal canto suo, si è difeso spiegando che la foto era già stata pubblicata dai giornali e rivendicando il proprio ruolo di giornalista. “Lungi da me – ha dichiarato – la volontà di violare qualsiasi diritto: quelle persone erano evase e le loro immagini erano già circolate sui media”.
Sul piano legale, l’avvocata Martina Stefanile, che assiste numerosi detenuti, ha evidenziato un ulteriore nodo: a Poggioreale, per un accordo non scritto tra la direzione del carcere e la Questura di Napoli, i detenuti stranieri non possono formalizzare richieste di asilo, in contrasto con le norme internazionali.
“Il problema – ha spiegato Stefanile – è che queste persone vengono private della possibilità di chiedere protezione internazionale. Se si è irregolari, questo non significa automaticamente che non si abbia diritto a chiedere asilo”.