Ad inizio agosto, Stefano De Martino è venuto a conoscenza della diffusione di video privati, estratti dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione della compagna Caroline Tronelli, in cui compariva in atteggiamenti intimi con lei. A segnalarlo è stato un follower riconoscendolo tramite alcuni tatuaggi, allertandolo così sulla circolazione del materiale online.
Immediatamente, De Martino ha presentato una denuncia penale alla Polizia di Stato di Porto Cervo (Sassari) e alla Procura di Roma, ipotizzando reati come accesso abusivo a sistema informatico e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
La diffusione illecita
I video erano stati caricati su un sito estero poi oscurato, e circolavano rapidamente su canali Telegram, gruppi WhatsApp e social network, accompagnati da commenti spesso offensivi nei confronti della coppia.
L’intervento del Garante per la privacy
In seguito al reclamo di De Martino, il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto con un provvedimento urgente: ordinando l’immediata limitazione definitiva del trattamento dei video da parte di chiunque li avesse divulgati. Inoltre, l’Autorità ha emesso un avvertimento chiaro, definendo illecita ogni ulteriore diffusione del materiale .Parallelamente, il Garante ha aperto un’istruttoria, preannunciando possibili misure sanzionatorie e correttive nei confronti dei responsabili.
Conseguenze legali per chi diffonde o conserva i video
Secondo l’articolo 612-ter del Codice Penale (il cosiddetto “Codice Rosso”), anche chi si limita a condividere o conservare materiale sessualmente esplicito non consensuale commette un reato. Le pene possono arrivare fino a 6 anni di reclusione e 15.000 € di multa, con penalità maggiori (fino a 9 anni) se la diffusione avviene tramite strumenti digitali o con l’intento di danneggiare.











