Si sono svolti lunedì 18 agosto i funerali di Michele Luca Noschese, noto nel mondo della musica come DJ Godzi, scomparso nella notte tra il 18 e il 19 luglio a Ibiza in circostanze ancora avvolte nel mistero.
La cerimonia si è tenuta alle 10:30 nella Basilica Pontificia di San Francesco di Paola in Piazza del Plebiscito, gremita da amici, fan e autorità locali. All’uscita, la salma è stata accompagnata tra le note dell’Inno di Mameli, simbolo di commozione e rispetto collettivo. Il cappellano della Basilica, Mario Savarese, ha ricordato DJ Godzi come un ragazzo “attaccato alla vita, alla musica, allo sport”, che ha trasformato la sua passione in arte: “Hai trasformato la tua passione in arte… la tua musica è un messaggio di bellezza, di speranza e di vita e resterà con noi come testimone eterno del tuo passaggio.” Accanto al feretro, la famiglia ha disposto simboli cari a Michele: una bandiera italiana, una maglietta della sua squadra con il numero 5 e una foto commemorativa.
Nel suo discorso, il padre Giuseppe – medico – ha espresso dolore, determinazione e fiducia nella giustizia: “Oggi posso dare a mio figlio una degna sepoltura. Non cerchiamo un colpevole, ma la verità. Combatto, come sempre, questa sfida della vita.” Ha anche sottolineato il rifiuto della cremazione per permettere eventuali futuri accertamenti medico-legali: “Il corpo sarà sepolto, non cremato, per preservare la possibilità di ulteriori esami.” Ricostruzioni in contrasto e inchiesta in corsoIl decesso, avvenuto a Ibiza, è al centro di due versioni inconciliabili: quella ufficiale della Guardia Civil spagnola secondo la quale DJ Godzi, presumibilmente sotto l’effetto di droghe e in stato di agitazione, avrebbe minacciato un vicino con un coltello. Durante l’intervento, avrebbe perso coscienza e sarebbe deceduto nonostante i tentativi di rianimazione.
Testimonianze parlano di violenza operata dagli agenti: Noschese sarebbe stato picchiato e immobilizzato senza motivo, e poi trasportato in ospedale senza le cure necessarie. La famiglia contesta la diagnosi spagnola, giudicata “grossolana”, e insiste nella ricerca della verità.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale, autorizzando una nuova autopsia in Italia, i cui risultati sono attesi entro un mese.