L’estate 2025 conferma il fascino di molte mete italiane ed europee, ma mette anche in evidenza le criticità legate al turismo di massa. Luoghi un tempo paradisi per i visitatori oggi faticano a gestire l’afflusso continuo e spesso eccessivo di turisti, con conseguenze che coinvolgono tanto i viaggiatori quanto le comunità locali.
Le città sotto pressione: Venezia e Capri limitano gli ingressi
Tra le situazioni più emblematiche, spiccano Venezia e Capri, entrambe costrette a imporre limiti giornalieri agli ingressi per contenere l’ondata di visitatori. L’obiettivo è salvaguardare il patrimonio artistico e naturale, oltre a garantire una fruizione più sostenibile e piacevole per chi arriva.
La protesta dei residenti a Firenze e Roma
Nei grandi centri storici come Firenze e Roma, invece, cresce il malcontento dei residenti. Il turismo “mordi e fuggi” genera assembramenti, traffico e rumore, ma non sempre si traduce in un vero vantaggio economico per chi vive in città. I negozi tradizionali soffrono la concorrenza delle attività rivolte esclusivamente ai turisti, e il tessuto sociale locale si sente progressivamente messo da parte.
Caro prezzi e trasporti sotto stress
Il costo elevato di trasporti interni e ristoranti nelle località più famose sta spingendo molti italiani a orientarsi verso destinazioni meno note o a organizzare vacanze “fai da te”, più autonome e meno dispendiose. Tuttavia, anche i mezzi pubblici sono sotto pressione: treni e autobus risultano spesso pieni oltre misura, con ritardi e disservizi che penalizzano sia i turisti sia i pendolari locali, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.
L’estate 2025 è quindi anche un monito a riflettere su un modello turistico da rivedere, puntando su sostenibilità, rispetto delle comunità e valorizzazione di realtà meno sfruttate. Solo così si potrà garantire un futuro in cui il viaggio rimanga un piacere senza diventare un problema.