Il colonnello Fabio Cagnazzo, accusato di aver preso parte all’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, ha scelto di rompere il silenzio affidandosi ai social per esprimere il suo pensiero. In un lungo post pubblicato su Facebook, Cagnazzo ha ringraziato “gli amici preziosi di sempre, i colleghi, i miei collaboratori di una vita e anche i semplici conoscenti” che in questo difficile momento gli sono stati vicini, manifestando solidarietà.
Il colonnello ha inoltre commentato le ultime novità giudiziarie legate al suo caso: “Ho letto le nuove motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame di Salerno, emesse dopo la mia scarcerazione. La Suprema Corte di Cassazione, nell’annullare la precedente ordinanza dello stesso Tribunale relativa alle esigenze cautelari, aveva evidenziato gravi carenze in tema di gravità indiziaria, carenze che non possono essere ignorate. Proprio per questo motivo ricorreremo di nuovo in Cassazione”.
Con tono fermo e deciso, Cagnazzo ha voluto ribadire la sua “totale estraneità ai fatti contestati”: “In oltre trent’anni di servizio, non ho mai tradito il giuramento di fedeltà prestato alla Repubblica Italiana e alla brava gente di cui sono ancora servitore, purtroppo ferito, ma ancora convinto! Da quindici anni affronto una vicenda dolorosa che non mi appartiene e che, per ben tre volte, è stata oggetto di archiviazione da parte della magistratura”.
Il colonnello ha infine sottolineato la sua fiducia nella giustizia: “La verità emerge – ed emergerà – nelle oltre 80 mila pagine di atti che compongono il fascicolo processuale e che, ahimè, non tutti (anzi quasi nessuno) hanno letto. Comunque, continuo ad avere fiducia nella giustizia. Il rancore non mi appartiene”.
La tragica uccisione di Antonio Vassallo, sindaco noto per la sua politica volta a preservare ambiente e legalità, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. L’inchiesta sull’omicidio ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati di diverse persone, tra cui il colonnello Fabio Cagnazzo, accusato di aver partecipato direttamente al delitto.
La posizione di Cagnazzo si è rivelata complessa e controversa sin dall’inizio. Nel corso degli anni, il militare è stato sottoposto a varie indagini, archiviazioni e riesami. Tre diverse volte, infatti, la magistratura aveva archiviato le accuse a suo carico, ma successivamente nuove indagini hanno riaperto il fascicolo, mantenendo vivo il caso giudiziario.
Nel 2025, a seguito di una ordinanza cautelare, Cagnazzo era stato arrestato, ma il Tribunale del Riesame di Salerno, dopo l’intervento della Suprema Corte di Cassazione, ha disposto la sua scarcerazione, rilevando “gravi carenze in tema di gravità indiziaria” nell’ordinanza precedente.
L’iter processuale è quindi ancora aperto e ricco di colpi di scena, con Cagnazzo che ha più volte ribadito la sua innocenza e la volontà di dimostrarla nelle sedi opportune, sottolineando la complessità del fascicolo composto da decine di migliaia di pagine.
Il post del colonnello è stato molto commentato, tra chi gli esprime sostegno e chi attende di conoscere gli sviluppi giudiziari, in attesa di una verità definitiva su uno dei casi più delicati e discussi degli ultimi anni.