Il generale Pietro Oresta, fino a pochi giorni fa al comando della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri di Firenze, è stato rimosso dall’incarico circa 72 ore dopo aver pronunciato un discorso che mette al centro il benessere fisico e psicologico dei militari appena formati.
Durante la cerimonia di fine corso del 12° corso, il generale Oresta ha invitato i neo-marescialli a mettere al primo posto la loro salute personale e quella dei familiari “prima di qualsiasi procedura” . Tra le frasi più discusse:
«Batman, Robin, Rambo, non ce ne frega niente» – per sottolineare che il carabiniere non deve sentirsi un eroe invincibile.
«Aiutare un anziano ad attraversare la strada ha più impatto di trovare 300 tonnellate di cocaina» – un richiamo all’importanza dei piccoli gesti quotidiani.
Molte frasi erano percepite come un richiamo empatico e umano, non tipico nel linguaggio militare, tanto da generare viralità online.
Il 28 giugno, senza preavviso, il generale Oresta è stato sollevato dall’incarico e messo “a disposizione” del Comando. Non è stato ancora nominato un successore, e non sono arrivate comunicazioni ufficiali dall’Arma.
Il comandante generale Salvatore Luongo, durante una cerimonia a Padova, ha sottolineato che «la disciplina è il collante di una organizzazione complessa» e deve guidare ogni carabiniere «oltre l’orizzonte della convenienza personale» . Le dichiarazioni sono state interpretate come un richiamo implicito alle parole di Oresta.
L’associazione Unarma, per bocca del segretario Antonio Nicolosi, ha definito il discorso del generale “da padre” e ha attaccato i vertici: «Quando un Generale parla ai suoi uomini come un padre e non come un algoritmo, scatta subito la reazione: via» .
Anche il Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) di Firenze ha espresso apprezzamento per Oresta definendolo un “leader umano” molto stimato dai suoi allievi.
Il caso Oresta è diventato un simbolo del dilemma tra due visioni opposte: chi difende il generale sostiene che l’Arma debba occuparsi della salute mentale dei suoi uomini, vista la recente vicenda della giovane allieva suicida nel 2024, che Oresta gestì durante il suo comando .
Chi critica il discorso afferma che un comandante deve anteporre il dovere e la disciplina, e non rischiare di indebolire l’autorità e l’efficacia istituzionale.
L’allontanamento del generale Pietro Oresta ha reso pubblico un confronto acceso fra due modelli organizzativi: un approccio più umano, che considera il benessere individuale come parte integrale del servizio e un approccio più tradizionale, che privilegia disciplina, obbedienza e coesione gerarchica.
Resta il fatto che, finora, né l’Arma né Oresta hanno fornito spiegazioni ufficiali: il silenzio alimenta la curiosità e il dibattito su come le istituzioni trattano temi delicati come stress, burnout e salute mentale interna.