Nuovi sviluppi giudiziari per i fratelli Pasquale e Alessandro Nocerino, coinvolti in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia contro il cartello camorristico che fa capo ai Mazzarella e ai D’Amico di San Giovanni a Teduccio. Dopo il maxi blitz che aveva portato a 24 arresti nell’inverno del 2023, oggi è arrivata in Appello la sentenza che modifica parzialmente l’esito del primo grado per alcuni imputati.
Il collegio giudicante della Corte d’Appello ha ridotto da 10 anni a 6 anni e 6 mesi la pena inflitta a Pasquale Nocerino, noto come “Fifì”,padre di Antonio Nocerino detto brodino, figura apicale del clan De Micco di Ponticelli. Nocerino senior, difeso dall’avvocato Sara Piccini, era stato coinvolto nell’inchiesta per associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di droga e controllo delle piazze di spaccio nella zona orientale della città. La riduzione della pena è legata alla riformulazione di alcune accuse e al diverso peso riconosciuto alla sua posizione nel sodalizio.
Analoga sorte per il fratello Alessandro Nocerino, anche lui difeso dall’avvocato Piccini: la Corte ha riformato la condanna da 20 anni a 13 anni e 6 mesi di reclusione. Alessandro Nocerino è ritenuto un esponente apicale del cartello, con compiti di coordinamento nelle attività estorsive e nel traffico di stupefacenti che avveniva soprattutto nei quartieri di Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. Le indagini avevano fatto emergere il suo ruolo di regia anche nella gestione dei distributori di carburante, utilizzati come copertura per riciclare denaro e finanziare le attività del clan.
Le condanne arrivano a valle di un’imponente indagine antimafia che ha documentato le attività del clan D’Amico, storicamente alleato dei Mazzarella, nella zona orientale di Napoli. L’indagine, durata due anni, aveva ricostruito una fitta rete di estorsioni, traffico di droga, contrabbando di sigarette e gestione illecita di pompe di benzina. Tra gli episodi contestati anche azioni intimidatorie, come il lancio di molotov contro veicoli e colpi d’arma da fuoco contro abitazioni legate a collaboratori di giustizia.
Il clan D’Amico, radicato nel quartiere San Giovanni a Teduccio, si era esteso negli ultimi anni anche a Ponticelli, Fuorigrotta, San Giorgio a Cremano e Portici, dove esercitava controllo tramite una rete di pusher e “capi piazza”. I fratelli Nocerino erano considerati elementi chiave nella gestione operativa e logistica delle attività criminali.