Un’aula chiusa da tempo perché pericolante. Un solaio che crolla all’improvviso. Bambini ancora dentro l’edificio. È accaduto nei giorni scorsi alla scuola Perasso di Ponticelli, un asilo nido e scuola dell’infanzia nel cuore della periferia est di Napoli.
Grazie alla prontezza del personale scolastico, la tragedia è stata evitata. Ma ciò che resta è la rabbia e la paura di chi, da mesi, aveva segnalato il pericolo, invano.
Secondo le testimonianze, le insegnanti e il personale ATA sono intervenuti immediatamente, portando i piccoli nel giardino della scuola. Una mamma, presente sul posto per ritirare il figlio, ha sentito un boato fortissimo, seguito dal rumore di vetri infranti. Poi un secondo boato. La paura è esplosa. In pochi minuti, l’intero edificio è stato evacuato.
Quell’aula, dove è crollato il solaio, era già interdetta da tempo, segnalata come a rischio statico. Ma il pericolo era più esteso: bastava un momento diverso, una distrazione, e sotto quelle macerie poteva esserci un bambino.
Già a partire da marzo, docenti e personale scolastico avevano inviato diverse segnalazioni all’ufficio tecnico della Sesta Municipalità. Nulla è stato fatto. Solo a inizio giugno, con la scusa del caldo, i bambini sono stati spostati da quell’aula: una decisione prudente, ma non comunicata nella sua reale gravità.
«È stata una scelta fatta con intelligenza e cuore dalle maestre – racconta una madre – Hanno protetto i nostri figli in silenzio, mentre le istituzioni restavano immobili.»
Oggi genitori, maestre e personale chiedono interventi urgenti e la messa in sicurezza dell’intero plesso. La paura è concreta, così come la sfiducia verso le istituzioni.
«Conosciamo i tempi del Comune di Napoli, e sappiamo che possono essere lunghi – affermano alcuni genitori – ma qui si parla della vita dei nostri figli. Non possiamo aspettare il prossimo crollo per vedere un cambiamento.»
Il crollo del solaio nella scuola Perasso non può essere archiviato come un “incidente evitato”. È il simbolo di un’emergenza strutturale che riguarda tante scuole italiane, soprattutto nelle periferie.
È anche la prova, amara, che la sicurezza scolastica è spesso garantita solo dalla responsabilità individuale di chi lavora sul campo, e non da chi dovrebbe intervenire per dovere istituzionale.