Il blitz odierno della Polizia di Stato a Napoli, con sei ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti di sospetti legati al clan Schisa/Minichini, segna non solo un significativo colpo alla camorra ma anche la chiusura di una dolorosa ferita: quella dell’omicidio di Mario Volpicelli, avvenuto il 30 gennaio 2016 nel quartiere Ponticelli, e per il quale la vittima aspettava da quasi dieci anni che la giustizia facesse il suo corso.
Mario Volpicelli, 53 anni, era un padre, nonno e lavoratore onesto, legato ai fratelli Sarno in quanto marito di una delle sorelle degli ex boss di Ponticelli, ma estraneo alla criminalità organizzata. Quel sabato di fine gennaio, mentre rientrava a casa con le buste della spesa, fu colpito da diversi proiettili: un’esecuzione studiata a tavolino, basata esclusivamente sul suo legame familiare e sulle vendette trasversali all’interno della malavita locale.
Volpicelli non era affiliato ad alcun clan, ma questo non gli evitò di essere “fagocitato” dalle brutali logiche della camorra
Per quasi un decennio, il nome di Mario è riecheggiato come quello di una “vittima innocente mai proclamata tale”: un uomo comune, cancellato ingiustamente per punire attraverso di lui un’intera famiglia. La sua fine tragica è rimasta un segnale della violenza cieca che governa i clan: un omicidio trasversale, legato alle faide tra Schisa/Minichini e clan Sarno, che scatenarono una primavera di sangue tra il 2016 e il 2018.
L’operazione di oggi, promossa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile e dal Commissariato Ponticelli, non riguarda soltanto il passato, ma restituisce anche, almeno simbolicamente, dignità a chi come Mario ha perso la vita senza colpe.
Le sei ordinanze di custodia cautelare – emesse dal GIP di Napoli per omicidio aggravato da metodo mafioso e porto abusivo di armi – coinvolgono individui accusati di aver pianificato e eseguito la sua esecuzione, insieme ad altri due omicidi avvenuti tra il 2016 e il 2018.
A quasi dieci anni esatti dal suo assassinio, l’azione giudiziaria circoscrive e colpisce i mandanti e gli esecutori materiali dell’agguato. Sebbene si tratti di una misura cautelare in attesa di processo, rappresenta un fondamentale riconoscimento del male subito da Volpicelli: una vittima di camorra che, dopo anni di attesa e silenzio, ottiene finalmente un primo e significativo segnale di giustizia.
Oggi, con il blitz di Ponticelli, si riaccende una piccola fiaccola di speranza per la memoria di Mario Volpicelli: il suo volto, la sua storia, tornano a emergere non solo come mero dato di cronaca ma come testimonianza di un’ingiustizia ascoltata e denunciata.
Il suo nome non figura nell’elenco ufficiale delle vittime innocenti, non riecheggia nelle piazze durante le commemorazioni ufficiali, ma nei cuori di chi lo ha amato e conosciuto non ha mai smesso di vivere come tale.