La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta su Maria Rosaria Boccia, imprenditrice originaria di Pompei, indagata per presunte irregolarità legate alla sua laurea. Al centro delle accuse ci sono il riconoscimento sospetto di esami universitari e una tesi che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata copiata quasi integralmente da un lavoro accademico del 2019.
L’indagine, condotta dai magistrati Ciro Capasso, Claudio Onorati e Vincenzo Piscitelli, ipotizza i reati di falso e truffa per l’uso di un’autocertificazione non firmata che avrebbe permesso a Boccia di far convalidare esami sostenuti presso l’Università Parthenope. Tali esami sarebbero poi stati riconosciuti dall’Università telematica Pegaso, dove la donna si è laureata nel 2023 in Economia e Management con il voto di 91/110.
Ma non è tutto: la tesi di laurea discussa da Boccia – intitolata “Il Sistema Sanitario Nazionale…” – sarebbe risultata estremamente simile a una tesi del 2019 presentata da una studentessa della Luiss. Un controllo con software antiplagio avrebbe evidenziato ampie parti sovrapponibili, portando all’ipotesi di plagio e falsa attribuzione di paternità dell’elaborato.
Le verifiche hanno coinvolto tre atenei: l’Università Parthenope, l’Università telematica Pegaso e la Luiss Guido Carli di Roma. Decisiva la segnalazione interna della stessa Pegaso, che ha avviato accertamenti dopo la messa in onda, nel settembre 2024, di un servizio televisivo su Rete 4 che metteva in dubbio l’autenticità del titolo di studio conseguito da Boccia.
La Guardia di Finanza ha acquisito documenti, registri esami, copie delle tesi, software e banche dati per ricostruire nel dettaglio il percorso accademico dell’imprenditrice e verificare l’effettiva validità dei titoli dichiarati.
Secondo quanto dichiarato dalla stessa Boccia, il suo percorso universitario avrebbe preso avvio nel 2005 con l’iscrizione alla Parthenope. Tuttavia, da quanto emerso, non risulterebbero esami conclusi né un titolo ottenuto presso quell’ateneo. Il titolo effettivamente conseguito risulterebbe essere solo quello della Pegaso, ma in circostanze ora fortemente dubbie.
Maria Rosaria Boccia non è nuova a vicende giudiziarie. Nel 2024 era già stata indagata dalla Procura di Pisa per una presunta truffa immobiliare da 30 mila euro. Più recentemente, nel marzo 2025, il suo nome è comparso anche in un fascicolo aperto dalla Procura di Roma per stalking, diffamazione e interferenze nella vita privata, in una vicenda che coinvolgeva l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Le indagini proseguono serrate. I magistrati stanno ora valutando l’eventuale responsabilità penale nell’autocertificazione degli esami, la validità legale del titolo accademico conseguito alla Pegaso e la conferma del plagio attraverso analisi approfondite.