Nella notte tra il 29 e il 30 maggio, un incendio ha devastato una palazzina in via Palmentiello a Giugliano in Campania, destinata ad accogliere sei famiglie rom provenienti dal campo di via Carrafiello. L’edificio, un bene confiscato alla camorra e assegnato al Comune dall’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, avrebbe dovuto offrire una sistemazione dignitosa a circa quaranta persone. L’assegnazione degli alloggi rientrava nel progetto “Abramo”, volto a superare l’emergenza abitativa e a favorire l’integrazione sociale della comunità rom.
Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio è stato appiccato poco dopo l’alba. Due automobili sono state utilizzate come arieti per sfondare i garage dell’edificio e successivamente incendiate, causando danni significativi alla facciata e agli interni della palazzina. Le fiamme hanno reso inagibili gli appartamenti, costringendo le famiglie rom a rinunciare al trasferimento previsto per i giorni successivi.
Il commissario prefettizio di Giugliano, Carmine Valente, ha definito l’accaduto “gravissimo” e ha espresso l’auspicio che la magistratura faccia piena luce sull’episodio. Valente ha inoltre sottolineato l’importanza di proseguire nel percorso di legalità e integrazione avviato nei mesi precedenti, respingendo ogni tentativo di strumentalizzazione politica della vicenda.
Le forze dell’ordine stanno conducendo indagini per individuare i responsabili dell’incendio. Al momento, non sono stati resi noti ulteriori dettagli sulle piste investigative.
L’incendio ha suscitato indignazione e condanna da parte di numerose associazioni e cittadini. La comunità rom di Giugliano, già vittima di discriminazioni e marginalizzazione, si trova ora a fronteggiare un ulteriore atto di violenza che ostacola il processo di integrazione e inclusione sociale.