Entro un anno partirà a Napoli una sperimentazione clinica innovativa per il trattamento del glioblastoma, la forma più aggressiva di tumore cerebrale, con l’impiego di ozono in capsule orali. A dare l’annuncio è la professoressa Maria Triassi, vicepresidente della sezione campana della Società di Igiene, durante l’incontro dell’Associazione Europea dei Professori Emeriti svoltosi a Pozzuoli sul tema One Health.
«La sperimentazione – spiega Triassi – coinvolgerà il Policlinico Federico II di Napoli, in collaborazione con l’Università di Genova e l’Ospedale del Mare, sotto la direzione scientifica del dottor Giuseppe Catapano. Si tratta di una frontiera completamente nuova nell’uso dell’ozono contro il cancro».
La terapia, già testata in Stati Uniti su circa 100 pazienti, ha mostrato risultati sorprendenti: l’assunzione orale dell’ozono – oggi utilizzato principalmente in forma gassosa – ha portato a un aumento del 40% della sopravvivenza nei pazienti affetti da glioblastoma. Un dato straordinario se si considera che, con i protocolli attuali (radioterapia, chemioterapia e chirurgia), la sopravvivenza a lungo termine resta limitata, con una letalità che sfiora il 95%.
Il professor Alberto Izzotti, ordinario di Medicina preventiva all’Università di Genova, ha sottolineato l’importanza del progetto partenopeo: «Quella di Napoli sarà la prima sperimentazione in Italia sull’impiego dell’ozono in forma di pillole contro il glioblastoma. Non parliamo di una terapia sostitutiva, ma di un’integrazione ai protocolli esistenti che potrebbe migliorare significativamente la prognosi dei pazienti».
Le capsule orali di ozono sono formulate con un vettore lipidico, che ne permette l’assunzione due volte al giorno in modo semplice e sicuro. Secondo Izzotti, oltre all’aumento della sopravvivenza, la terapia ha mostrato un miglioramento nella stabilizzazione della malattia, aprendo nuove prospettive per una patologia che da decenni non ha visto progressi significativi.
Durante lo stesso incontro, la professoressa Triassi ha anche posto l’accento sul ruolo della prevenzione terziaria e dei vaccini nella lotta alle malattie croniche:
«Il legame tra vaccinazioni e prevenzione delle malattie croniche è ormai consolidato. Basti pensare al vaccino contro l’HPV, che non solo previene l’infezione nelle giovani donne, ma riduce anche il rischio di malattia grave nelle adulte».
La comunità scientifica guarda ora con grande attenzione alla sperimentazione napoletana, che potrebbe rappresentare una svolta nella cura di uno dei tumori più difficili da trattare. Un’iniziativa che mette Napoli al centro della ricerca oncologica avanzata in Italia, con un approccio multidisciplinare che coniuga innovazione, prevenzione e speranza.