Il 12 maggio segna l’anniversario della morte di Mia Martini, una delle voci più intense e struggenti della musica italiana. Nata il 20 settembre 1947 a Bagnara Calabra con il nome di Domenica Bertè, Mia Martini ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale con la sua voce unica e le sue interpretazioni intrise di emozione.
La sua carriera inizia negli anni Sessanta, ma è negli anni Settanta che raggiunge il successo con brani come “Piccolo uomo”, “Donna” e “Minuetto”. Questi successi la consacrano come una delle interpreti più talentuose della sua generazione, capace di fondere sapientemente forza e vulnerabilità in ogni esibizione.
Nonostante il successo, la vita di Mia Martini è segnata da profonde sofferenze personali e professionali. Negli anni Ottanta, a causa di una crudele superstizione che la etichettava come “porta sfortuna”, viene emarginata dall’industria discografica. Questo periodo buio culmina con un ritiro dalle scene che la costringe a vivere un isolamento doloroso.
Nel 1989, grazie a Bruno Lauzi e al Festival di Sanremo, ritorna sulle scene con il brano “Almeno tu nell’universo”, un inno struggente che diventa immediatamente un classico e che segna la sua rinascita artistica. Nei primi anni Novanta, Mia Martini continua a incidere brani di successo, partecipando più volte a Sanremo con canzoni memorabili come “Gli uomini non cambiano” e “La nevicata del ’56”.
Il 12 maggio 1995, a soli 47 anni, Mia Martini viene trovata senza vita nel suo appartamento di Cardano al Campo. La sua morte, avvolta da misteri e ipotesi contrastanti, lascia un vuoto incolmabile nel cuore di chi ha amato la sua voce e la sua sensibilità.
A distanza di anni, Mia Martini resta una figura iconica della musica italiana, un’artista capace di raccontare il dolore, la passione e la solitudine con un’intensità unica e ineguagliabile. La sua eredità vive ancora oggi, attraverso le sue canzoni e il ricordo di chi non ha mai smesso di amarla.