La poesia napoletana è ricca di sentimenti profondi, e tra i temi più toccanti spicca quello della madre. Nella cultura partenopea, la mamma non è solo una figura familiare, ma un simbolo di amore incondizionato, sacrificio e protezione. Numerosi poeti napoletani hanno celebrato la figura materna, lasciando un patrimonio letterario che ancora oggi commuove e ispira.
Tra le opere più celebri c’è “A Mamma” di Salvatore Di Giacomo, poeta e drammaturgo napoletano vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. In questi versi, Di Giacomo racconta con profonda dolcezza l’amore per la madre, descrivendola come un rifugio sicuro in un mondo spesso ostile.
Un’altra poesia particolarmente evocativa è “Mamma mia, che vuò sapè” di Raffaele Viviani. Qui, la figura materna è rappresentata come una presenza costante, una guida spirituale che offre conforto anche nelle difficoltà più grandi. Viviani utilizza un linguaggio semplice ma carico di emozione, evocando l’immagine di una madre che consola e rassicura.
Anche il celebre autore Eduardo De Filippo ha dedicato versi alla figura materna. In “Nun me scetà”, la madre diventa il simbolo di una serenità perduta, un legame con l’infanzia e la purezza che il poeta teme di smarrire.
Più recentemente, autori contemporanei come Enzo Gragnaniello e Peppe Lanzetta hanno continuato questa tradizione, esplorando il tema della maternità in chiave moderna. Le loro poesie riflettono una Napoli più complessa e metropolitana, ma il legame con la figura materna resta intatto, tra memoria, nostalgia e amore eterno.