Un antico papiro carbonizzato, custodito presso la Biblioteca Bodleiana di Oxford e proveniente dalla celebre Villa dei Papiri di Ercolano, ha rivelato il suo contenuto grazie all’uso combinato di raggi X e intelligenza artificiale. Il testo, scritto in greco, è stato identificato come l’opera “Dei vizi” del filosofo epicureo Filodemo, risalente al I secolo a.C., in cui si discute di arroganza, avidità, egoismo e gestione domestica.
Il rotolo, denominato PHerc. 172, è uno dei tre provenienti da Ercolano e conservati presso la Biblioteca Bodleiana di Oxford. La scansione è avvenuta presso il laboratorio nazionale di sincrotrone Diamond nell’Oxfordshire, Inghilterra. Successivamente, il testo è stato analizzato attraverso l’intelligenza artificiale, permettendo di leggere porzioni significative del contenuto.
Questo risultato si inserisce nel contesto della Vesuvius Challenge, una competizione globale lanciata nel 2023 per incentivare lo sviluppo di tecnologie in grado di leggere i papiri ercolanesi senza danneggiarli. L’anno scorso, un team di studenti esperti di informatica si è aggiudicato il primo premio di 700.000 dollari per lo sviluppo di un software di intelligenza artificiale che ha permesso di leggere duemila lettere in greco antico da un’altra pergamena.
Attualmente, i ricercatori sono in grado di ricostruire parole intere, ma “organizzarle in frasi comprensibili e testi compiuti è la sfida del futuro”, come afferma Brent Seales, informatico dell’Università del Kentucky e co-fondatore della Vesuvius Challenge.
Questa scoperta rappresenta un passo significativo nella valorizzazione del patrimonio culturale sepolto da secoli e dimostra come le moderne tecnologie possano contribuire alla riscoperta di testi antichi, offrendo nuove prospettive sulla storia e la filosofia dell’antichità.