Nel 2024, l’occupazione femminile in Italia ha raggiunto livelli record, con 10,1 milioni di donne occupate e un tasso di occupazione del 53,5% nella fascia d’età 15-64 anni. Tuttavia, persistono significativi divari di genere e territoriali.
Nonostante l’aumento dell’occupazione femminile, il divario rispetto agli uomini rimane ampio. Nel gennaio 2025, il tasso di occupazione maschile era del 72,04%, mentre quello femminile si attestava al 53,54%, con un gap di 18,5 punti percentuali.
Le donne sono spesso impiegate in lavori meno stabili: solo il 13,5% delle nuove assunzioni femminili nel primo semestre del 2024 erano a tempo indeterminato, e il 49,2% erano part-time. Inoltre, il 64,5% delle donne con contratti a termine lavora part-time, contro il 33% degli uomini.
Le responsabilità familiari continuano a influenzare negativamente l’occupazione femminile: il 34% delle donne inattive tra i 15 e i 64 anni non lavora per motivi di cura, percentuale che sale al 43,7% tra i 25 e i 34 anni, contro appena il 2,8% degli uomini.
A livello europeo, l’Italia presenta uno dei tassi di occupazione femminile più bassi. Nel terzo trimestre del 2024, il tasso di occupazione femminile italiano era inferiore di 12,6 punti alla media dell’UE e di 20 punti rispetto alla Germania.
Nel Global Gender Gap Report 2024, l’Italia si è classificata all’87° posto su 146 paesi, perdendo otto posizioni rispetto al 2023. In particolare, nella sezione sulla partecipazione economica, l’Italia è arrivata 111esima, con un punteggio di 0,608 su 1.
Sebbene l’occupazione femminile in Italia abbia mostrato segnali positivi nel 2024, persistono sfide significative legate al divario di genere, alla stabilità del lavoro e alle responsabilità familiari. È fondamentale implementare politiche mirate che promuovano l’uguaglianza di genere nel mercato del lavoro, migliorando l’accesso delle donne a posizioni stabili e di leadership, e supportando la conciliazione tra vita lavorativa e familiare.