La camorra continua a far sentire la sua costante presenza a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli, sempre più in balia di criminalità e violenza.
L’ultimo inquietante episodio si è verificato nell‘isolato 15 del rione De Gasperi dove è avvenuta l’esplosione di un ordigno. Un’azione a scopo intimidatorio avvenuta nel cuore del quartier generale dei “pazzignani”. Un tempo, proprio nell’isolato 15, abitava Luisa De Stefano, figura apicale del clan di famiglia, attualmente collaboratrice di giustizia. La donna ha deciso di seguire suo figlio Tommaso Schisa che prima di lei aveva preso le distanze dalle dinamiche camorristiche. Un doppio tradimento che i parenti fermamente intenzionati a continuare a marcare la scena malavitosa hanno osteggiato e condannato, decidendo di rifiutare di aderire al programma di protezione riservato ai familiari dei collaboratori di giustizia, pur consapevoli dei rischi ai quali si espongono restando a Ponticelli. L’ordigno esploso nelle ore precedenti lo sottolinea.
Un raid avvenuto nella zona in cui i reduci dei “pazzignani” continuano a gestire le loro piazze di droga, seppure ulteriormente rimaneggiati dal recente arresto del ras Giovanni De Stefano, fratello di Luisa.
Un’azione intimidatoria che si presta a una serie di possibili interpretazioni: dal diniego di corrispondere una tangente sulle attività illecite gestite nella zona, a un ulteriore ultimatum finalizzato a imporre ai parenti della De Stefano di lasciare il quartiere. Tutt’altro che remota l’ipotesi che dietro il raid possa celarsi un messaggio da parte degli ex alleati della De Stefano, intenzionati ad annunciare la volontà di punire il suo tradimento colpendo i familiari residenti nel quartiere.
Nel rione De Gasperi, lo Stato appare ancora come un’ombra lontana: tra case fatiscenti, assenza di servizi e giovani reclutati come vedette o spacciatori, la criminalità trova terreno fertile. L’ordigno esploso a ridosso dell’isolato 15 rappresenta solo l’ultimo sussulto, l’ennesimo campanello d’allarme di una situazione che rischia di esplodere da un momento all’altro.
La popolazione onesta del De Gasperi, quella che resiste e spera, chiede da tempo un intervento serio: non solo polizia e arresti, ma un piano vero di riqualificazione urbana e sociale, capace di offrire alternative concrete e soprattutto un’esistenza dignitosa.