Papa Francesco, fin dall’inizio del suo pontificato, ha dimostrato una particolare attenzione per le periferie, non solo geografiche ma anche esistenziali. In questo contesto, il suo legame con Napoli assume un significato profondo, fatto di gesti simbolici, parole forti e una vicinanza autentica al popolo partenopeo. La visita pastorale di Papa Francesco a Napoli, avvenuta il 21 marzo 2015, ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria della città e dei suoi abitanti.
Napoli accolse il Santo Padre con entusiasmo e devozione. Il suo arrivo fu un momento storico, denso di significato: la città si preparò con mesi di anticipo, consapevole che quella visita rappresentava non solo un evento religioso, ma anche un’opportunità di riscatto morale e sociale. Il Papa visitò Scampia, cuore simbolico delle periferie urbane, il Duomo di Napoli, e celebrò la Messa in Piazza del Plebiscito, cuore pulsante della città.
A Scampia, parlando in mezzo a tante famiglie e giovani, Papa Francesco lanciò un messaggio potente contro la corruzione e la criminalità organizzata: «La corruzione puzza!», disse, con la franchezza che lo contraddistingue. Invitò i giovani napoletani a non lasciarsi rubare la speranza, a diventare protagonisti del cambiamento e della rinascita.
Papa Francesco ha sempre mostrato un’affinità naturale con il popolo napoletano. Ne apprezza il calore umano, la spontaneità, la fede profonda che si manifesta anche nei momenti più difficili. Durante la sua visita, si notò un dialogo quasi familiare tra il Papa e i cittadini: strette di mano, sorrisi, battute in dialetto napoletano. La sua figura, lontana da ogni formalismo, si inserì con naturalezza nel contesto di una città che ama chi parla il linguaggio del cuore.
Il Pontefice è stato anche il primo Papa a vedere la liquefazione del sangue di San Gennaro in un contesto non liturgico, un evento straordinario che i napoletani interpretarono come un segno di benedizione e sintonia tra il Santo e il Papa venuto “dalla fine del mondo”.
La forza delle parole di Papa Francesco, durante la visita e negli anni successivi, è rimasta viva nei cuori dei napoletani. Egli ha spesso menzionato Napoli nei suoi discorsi, come esempio di città ferita ma piena di vita, e ha denunciato le ingiustizie sociali che la affliggono. Ha incoraggiato i pastori della Chiesa napoletana a stare accanto agli ultimi, ai giovani senza lavoro, ai migranti, alle vittime della criminalità.
Anche se Papa Francesco non ha fatto ritorno fisicamente a Napoli dopo il 2015 (eccetto per una giornata di studio alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale nel 2019), la sua presenza spirituale rimane forte. La città lo sente vicino, lo cita spesso, lo guarda come un punto di riferimento. I napoletani hanno trovato in lui un Papa che sa ascoltare, che sa parlare con sincerità, che non giudica ma accompagna.
Il rapporto tra Papa Francesco e Napoli è una storia di empatia e verità. È la storia di un Pontefice che ha saputo guardare oltre le apparenze e ha scelto di abbracciare una città complessa, viva e piena di contraddizioni. Napoli ha risposto con il suo affetto unico, restituendo a Papa Francesco un amore sincero, figlio di una fede che sa resistere anche nelle tempeste. Una relazione, la loro, che va oltre la visita ufficiale: è un ponte di umanità e speranza che continua a unire il cuore del Papa a quello del popolo napoletano.