Il corpo senza vita di Alessandro Coatti, biologo molecolare italiano di 38 anni, è stato ritrovato smembrato all’interno di una valigia abbandonata nei pressi dello stadio Sierra Nevada, a Santa Marta, sulla costa caraibica della Colombia. A lanciare l’allarme alcuni bambini, che avevano notato l’oggetto sospetto.
Coatti era arrivato a Santa Marta il 3 aprile, ma si erano perse le sue tracce il giorno successivo. A confermare l’identità della vittima è stato un braccialetto identificativo dell’hotel dove alloggiava.
Originario di Portomaggiore (Ferrara), aveva una carriera brillante alle spalle: laurea in Neurobiologia Molecolare alla Scuola Normale Superiore di Pisa, master al University College London, e dal 2017 un incarico alla Royal Society of Biology di Londra. Si era dimesso nel 2024 per dedicarsi a viaggi e attività di volontariato in Sud America.
Le ipotesi investigative al vaglio sono diverse: si parla di un possibile omicidio per motivi omofobi, dato che Coatti era dichiaratamente omosessuale, oppure di un errore d’identità, con un presunto scambio di persona in un contesto dove operano gruppi criminali locali. Un uomo, che la vittima avrebbe conosciuto durante il viaggio, è attualmente ricercato.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio, mentre l’ambasciata italiana a Bogotá collabora con le autorità colombiane. Sono al vaglio le immagini delle telecamere di sicurezza, nel tentativo di ricostruire gli ultimi spostamenti del ricercatore.
Il sindaco di Santa Marta ha offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos colombiani (circa 11.200 euro) per informazioni utili all’arresto dei responsabili.
La notizia ha sconvolto la comunità scientifica e l’opinione pubblica. Messaggi di cordoglio e dolore sono arrivati dalla famiglia di Coatti, ma anche da colleghi e amici. La Royal Society of Biology lo ha ricordato come un “ricercatore brillante, curioso e umanamente straordinario”.