Maxi operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli che, all’alba di martedì 15 aprile, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 24 persone gravemente indiziate di far parte di due clan camorristici: Troncone, attivi nel quartiere di Fuorigrotta, e Frizziero, radicati nella zona della Torretta, a Chiaia.
Le accuse mosse agli indagati spaziano dall’associazione mafiosa al traffico di droga, detenzione di armi, estorsione e contrabbando di tabacchi lavorati esteri (T.L.E.). Il bilancio dell’operazione parla chiaro: 15 persone in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 3 soggette a misure interdittive dall’attività imprenditoriale.
Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte tra il 2020 e il 2023 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, i due clan erano pienamente operativi nei quartieri occidentali della città. Oltre alle classiche attività criminali, i clan estorcevano denaro anche a soggetti già coinvolti in attività illecite, come spacciatori, contrabbandieri di sigarette e persino parcheggiatori abusivi. Questi ultimi, infatti, pagavano somme settimanali per poter esercitare le loro attività “tollerate” sotto l’ombrello mafioso.
Un altro aspetto emerso riguarda il reimpiego dei proventi illeciti: il clan Troncone avrebbe utilizzato parte dei guadagni derivanti dal contrabbando e dallo spaccio per acquistare imbarcazioni, intestate fittiziamente e poi noleggiate tramite una società con sede a Nisida. Il GIP ha disposto il sequestro preventivo di questi natanti, oltre al divieto di esercizio dell’attività imprenditoriale per la titolare della società e per il marito, che fungeva da intermediario.
Le indagini hanno infine portato alla luce un inquietante scenario: l’ingresso e l’uso clandestino di telefoni cellulari all’interno di istituti penitenziari, tramite i quali i vertici dei clan continuavano a dirigere le attività illecite anche dal carcere.