Si chiama Stefano Argentino, 27enne, di Noto (SR), il giovane che nella notte tra lunedì 31 marzo e martedì 1° aprile i carabinieri del Comando Provinciale è stato fermato dai carabinieri e accusato dell’omicidio di Sara Campanella, la giovane ventiduenne sgozzata poche ore prima in strada a Messina a due passi dallo stadio, davanti a decine di persone. Il 27enne frequenta la stessa facoltà della giovane. E’ stato rintracciato, con il supporto dei carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, in un’abitazione del suo paese. Il sospettato è stato preso dai militari dopo una vera e propria caccia all’uomo.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l’indagato per l’omicidio dell’universitaria avrebbe seguito la giovane studentessa nei pressi del Policlinico, per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada; arrivati nei pressi del distributore di benzina, verosimilmente dopo una discussione, l’avrebbe accoltellata per poi allontanarsi velocemente.
Gli investigatori sono risaliti al ragazzo grazie ai filmati delle video camere di sorveglianza posizionate all’esterno del Policlinico e a quelle di alcuni esercizi commerciali lungo via Gazzi, dove è avvenuto il delitto. Determinanti sono state le testimonianze di alcuni ragazzi che hanno assistito all’omicidio, tra cui alcuni colleghi e colleghe della vittima, come ha riferito il procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato parlando con i cronisti in conferenza stampa.
“Da quando Sara Campanella si era iscritta all’università Stefano Argentino le manifestava attenzioni e cercava di conquistare il suo interesse con comportamenti molesti” ha spiegato D’Amato, aggiungendo che il ragazzo aveva manifestato “attenzioni insistenti e reiterate nel tempo”, nei confronti della vittima da circa 2 anni. Sara aveva parlato ad alcuni colleghi del corso universitario di queste attenzioni, manifestando “fastidio”, ha aggiunto il capo della Procura.
Tuttavia Campanella non aveva reso nota la situazione alle forze dell’ordine. “Non c’è stata alcuna denuncia nel tempo da parte della ragazza” ha spiegato D’Amato, specificando che si tratta di “un caso delicato e dobbiamo ricostruire bene tutto quello che c’è attorno”
Più volte Sara Campanella aveva manifestato alle amiche il timore per le attenzioni moleste del ragazzo. “Con cadenza regolare – si legge nel provvedimento di fermo del giovane indagato, Stefano Argentino – importunava la vittima, proponendosi, chiedendole di uscire e di approfondire il loro rapporto, non fermandosi neppure innanzi al rifiuto della ragazza”.
La studentessa aveva inviato alle amiche diversi messaggi vocali ricevuti dal collega di corso “in cui – scrivono i magistrati – l’indagato dava prova di un’autentica strategia molesta“.
In un’occasione una delle amiche all’interno dell’università, era dovuta intervenire per allontanare Argentino che si lamentava che Sara “non gli sorrideva come in passato”.
Le due amiche hanno raccontato che il giorno del delitto, dopo le lezioni, Argentino aveva chiesto loro dove si trovasse Sara e, capito che la stessa era rimasta indietro, era andato a cercarla.
Una delle colleghe poco dopo aveva ricevuto un vocale dalla vittima: “dove siete che sono con il malato che mi segue?” le parole di Sara.
“Abbiamo chiesto al gip l’emissione di un provvedimento restrittivo nei confronti del presunto omicida che siamo riusciti a identificare grazie a una serie di elementi che fanno ritenere sussistente un quadro indiziario grave”, ha affermato il capo della Procura di Messina. I testimoni oculari “hanno fornito un contributo determinante non solo ai fini dell’identificazione del presunto omicida, ma anche per la sua successiva localizzazione”.
I pm parlano di “solido quadro accusatorio”. Il provvedimento cautelare, eseguito nella notte, si basa infatti sulle testimonianze dei passanti che hanno assistito al delitto e sulla visione delle immagini delle videocamere di sorveglianza della zona.
Non è stato ancora trovato il coltello col quale è stata sgozzata la vittima, come specificato dal procuratore capo, infatti, “l‘arma del delitto deve essere oggetto ancora di ulteriori investigazioni”.
Fonte: Ansa