Emanuele Tufano aveva 15 anni, Arcangelo Correra 18, Emanuele Durante, invece, aveva compiuto 20 anni due settimana prima di morire in un agguato: 53 anni in tre.
Tre giovani vite stroncate dai colpi di pistola, tre storie probabilmente distinte, ma che raccontano ed evidenziano l’escalation delle giovani leve della criminalità tra le strade di Napoli.
Via Carminiello al Mercato, piazzetta Sedil Capuano, via Santa Teresa degli Scalzi: tre arterie cruciali del centro storico cittadino. Piazza Mercato, Forcella, Rione Sanità: le periferie del cuore di Napoli. Quelle stesse strade invase dai turisti e rigenerate da progetti di riqualifica, ma al contempo ancora prigioniere di quelle logiche che portano l’asfalto a macchiarsi di sangue.
Nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2024, Emanuele Tufano, un ragazzo di 15 anni originario del rione Sanità di Napoli, è rimasto vittima di un conflitto a fuoco in via Carminiello al Mercato, strada che congiunge Piazza Mercato al Corso Umberto I. Secondo le ricostruzioni, Emanuele faceva parte di un gruppo di giovani che, a bordo di scooter, hanno sconfinato nel territorio di un altro gruppo, una giovane paranza radicata proprio a Piazza Mercato. Ne è scaturita una sparatoria durante la quale sono stati esplosi circa venti colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha colpito mortalmente Emanuele alla schiena mentre tentava di fuggire.
Il cerchio delle indagini si è stretto quasi subito su due minorenni, rispettivamente di 15 e 17 anni, entrambi residenti nel quartiere Mercato. I due giovani sono stati interrogati dalla Squadra Mobile di Napoli e avrebbero ammesso il loro coinvolgimento nella sparatoria, sostenendo di aver agito per legittima difesa in risposta a colpi d’arma da fuoco provenienti dal gruppo di Tufano.
Durante le indagini, gli investigatori hanno analizzato numerosi filmati provenienti da telecamere di videosorveglianza pubbliche e private situate nel centro storico di Napoli, coprendo aree come il quartiere Mercato, la Sanità, il corso Umberto e le Case Nuove. Inoltre, poliziotti in borghese hanno presenziato ai funerali di Emanuele per identificare possibili membri del suo gruppo presenti alla cerimonia. Alcuni di questi giovani sarebbero stati individuati, mentre altri avrebbero lasciato la città dopo l’evento.
Le indagini, coordinate dalla Procura per i Minorenni e dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), mirano a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e a identificare tutti i partecipanti allo scontro armato. Un aspetto centrale dell’inchiesta è determinare chi abbia esploso il colpo mortale che ha colpito Tufano alla schiena.
Al momento, i due minorenni interrogati sono indagati per porto abusivo di armi, ma sono in stato di libertà.
Il 9 novembre 2024, nel centro storico di Napoli, Arcangelo Correra, un giovane di 18 anni, è stato tragicamente ucciso da un colpo di pistola alla fronte. L’evento è avvenuto in piazzetta Sedil Capuano, nei pressi di via dei Tribunali, durante una serata trascorsa con amici. Secondo le ricostruzioni, il colpo sarebbe partito accidentalmente durante un gioco imprudente con l’arma.
Il principale sospettato, Renato Caiafa, 19 anni, si è costituito spontaneamente alle autorità poche ore dopo l’incidente, accompagnato dalla zia. Renato è il fratello di Luigi Caiafa, un 17enne ucciso nel 2020 durante una rapina a Napoli. Il padre, Ciro Caiafa, fu ucciso in una agguato di camorra nel 2020. Durante l’interrogatorio, Renato Caiafa ha dichiarato di aver trovato la pistola poco prima dell’incidente e di aver iniziato a scherzare con gli amici; Arcangelo lo avrebbe sfidato, sempre per gioco, a sparare. Tuttavia, le versioni fornite dagli altri presenti risultano contrastanti e poco chiare, creando ostacoli alle indagini.
Un elemento centrale dell’inchiesta riguarda la pistola utilizzata. Secondo il giudice per le indagini preliminari, è improbabile che l’arma sia stata trovata casualmente da Renato, come da lui affermato, poiché era nascosta sotto uno pneumatico nero in una zona poco illuminata. Inoltre, è stato rinvenuto un secondo proiettile nella zona, suggerendo la possibile presenza di una seconda arma sulla scena del crimine.
I funerali di Arcangelo Correra si sono svolti nel centro di Napoli, con una vasta partecipazione della comunità locale, profondamente scossa dalla tragedia. Le indagini sono ancora in corso per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, inclusa la provenienza dell’arma e le circostanze esatte che hanno portato alla morte di Arcangelo.
Emanuele Durante, 20 anni, è stato ucciso nel tardo pomeriggio di sabato 15 marzo, nei pressi di un distributore di benzina in via Santa Teresa degli Scalzi. Il giovane era in auto con la fidanzata, quando due soggetti a bordo di uno scooter con il volto coperto dal casco, lo hanno affiancato e hanno sparato un numero imprecisato di colpi. Letale quello che lo ha raggiunto al braccio. Trasportato all’ospedale Vecchio Pellegrini da un passante, Durante è giunto già morto in ospedale. Non sono emersi legami con i clan camorristici, ma non è escluso che l’agguato possa collocarsi in uno scenario simile a quello costato la vita ad Arcangelo Correra cinque mesi prima. Emanuele Durante è il nipote di secondo grado di Annalisa Durante, la 14enne vittima innocente della criminalità, raggiunta da un proiettile vagante in un conflitto a fuoco nel 2004. Annalisa è morta un anno prima che Emanuele nascesse.
Inoltre, Emanuele Durante ed Arcangelo Correra, entrambi del quartiere Forcella, si conoscevano. Tanti gli aspetti che accomunano queste tre storie, a prescindere dalla giovane età delle vittime.