Il 17 marzo 1861 segna una data cruciale nella storia d’Italia: la proclamazione del Regno d’Italia, un evento che sancì ufficialmente l’unità della penisola sotto un’unica corona. In quella data, Vittorio Emanuele II di Savoia venne proclamato primo re d’Italia, un passo fondamentale nel lungo e complesso processo di unificazione che aveva avuto inizio quasi un secolo prima e che si sarebbe completato solo nel 1870 con l’annessione di Roma.
Unione di Stati e Ducati
L’unificazione italiana fu il risultato di un lungo movimento politico e militare, iniziato nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, quando la penisola era divisa in numerosi stati, tra cui il Regno delle Due Sicilie, lo Stato Pontificio, il Granducato di Toscana, il Regno di Sardegna e vari ducati. Questo processo fu alimentato dall’ideale risorgimentale di un’Italia unita, libera dalle potenze straniere e capace di costituirsi come una nazione forte e moderna.
Vittorio Emanuele II, re del Regno di Sardegna, si pose come figura centrale di questo processo. Sin dal suo regno, iniziato nel 1849, promosse l’idea di unificazione, favorendo l’alleanza con uomini di spicco come Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e il suo primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour. Questi protagonisti del Risorgimento, pur con approcci diversi, contribuirono con azioni politiche e militari alla causa dell’unità.
La Guerra di Indipendenza e il Ruolo di Cavour
Nel corso delle guerre di indipendenza (1848-1859), il Regno di Sardegna, sostenuto anche da alleanze con la Francia, ottenne significativi successi territoriali, conquistando gran parte della Lombardia e delle altre regioni settentrionali. Nel 1860, il leggendario Garibaldi, con i suoi “Mille”, liberò il Regno delle Due Sicilie, unificando il sud al resto dell’Italia. Questi sviluppi portarono, nel 1861, alla proclamazione del nuovo regno.
La Proclamazione di Vittorio Emanuele II
Il 17 marzo 1861, il Parlamento italiano, riunitosi a Torino, proclamò ufficialmente Vittorio Emanuele II come Re d’Italia. Nonostante questo, il nuovo regno non comprendeva ancora tutte le terre italiane. Roma e Venezia, infatti, rimasero fuori dal neonato stato italiano per motivi politici e militari. Roma, sotto il controllo del Papa, rimase un obiettivo di difficile conquista, mentre Venezia era ancora sotto il dominio austriaco.
Tuttavia, questa proclamazione segnò un punto di non ritorno: l’Italia divenne finalmente un’entità unificata sotto un solo sovrano, dopo secoli di divisioni politiche, culturali e territoriali. Nonostante le sfide future, come la questione romana e il “Risorgimento incompleto”, la proclamazione del Regno d’Italia rappresentò una vittoria fondamentale per i patrioti italiani.
L’Unità Non Completa
Il processo di unificazione non si completò con la proclamazione del Regno. Roma fu annessa solo nel 1870, dopo la Breccia di Porta Pia, quando i bersaglieri italiani, durante la terza guerra di indipendenza, entrarono in città, ponendo fine al dominio papale. Venezia, invece, divenne parte del regno solo dopo la terza guerra di indipendenza del 1866, quando, con il supporto dell’alleanza con la Prussia, l’Italia ottenne la regione, fino ad allora sotto il controllo austriaco.
L’Importanza Storica
Il 17 marzo 1861 non è solo la nascita di un nuovo regno, ma anche l’inizio di una nuova fase nella storia dell’Italia. La proclamazione del Regno d’Italia segnò la fine del dominio straniero e il superamento delle divisioni regionali, ma fu anche un punto di partenza per la costruzione di una nazione moderna, che avrebbe dovuto affrontare sfide economiche, sociali e politiche enormi. Il consolidamento dell’unità sarebbe stato un lungo cammino, ma la figura di Vittorio Emanuele II rimane simbolo di quella grande impresa nazionale.