Nell’ambito dello stesso procedimento che ha portato all’assoluzione e alla scarcerazione di Tony Colombo e Tina Rispoli, Vincenzo Di Lauro, figlio del boss Paolo Di Lauro, è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa e altri reati correlati. Oltre al rampollo dello storico clan operante nell’area orientale di Napoli, Raffaele Rispoli ha incassato una pena di 16 anni e 8 mesi.
Nello stesso procedimento, il cantante neomelodico Tony Colombo e sua moglie, Tina Rispoli, sono stati assolti dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione alla produzione di sigarette di contrabbando. La coppia era stata arrestata il 17 ottobre 2023 nell’ambito di un’indagine sulle attività imprenditoriali e finanziarie del clan Di Lauro, insieme a Vincenzo Di Lauro, stimato essere il reggente del clan ed altre 20 persone.
Da erede del clan Di Lauro alla condanna
La pena di 20 anni e 4 mesi di reclusione incassata da Vincenzo Di Lauro segna un punto di svolta nella lunga guerra dello Stato al clan Di Lauro, una delle organizzazioni criminali più potenti della storia recente della criminalità organizzata napoletana.
Nato in una delle famiglie criminali più potenti di Napoli, Vincenzo Di Lauro ha seguito le orme del padre Paolo, detto “Ciruzzo ‘o milionario”, capo indiscusso del clan per oltre due decenni. Con l’arresto del patriarca nel 2005, il clan è entrato in una fase di instabilità che ha portato alla faida di Scampia, uno dei periodi più sanguinosi della storia recente della Camorra.
Vincenzo Di Lauro è stato arrestato una prima volta il 1º aprile 2004 in Francia, per poi essere rilasciato nel giugno 2006. Da quel momento, è entrato in clandestinità fino al suo arresto il 27 marzo 2007 a Napoli.
Dopo anni trascorsi tra carcere e misure restrittive, nel 2021 era stato posto agli arresti domiciliari, ma le indagini lo hanno nuovamente collegato ad attività criminali del clan, portando alla nuova condanna odierna, nell’ambito del processo celebrato con rito abbreviato nell’aula bunker del carcere di Poggioreale.
Il clan Di Lauro ha dominato per anni il traffico di droga e le estorsioni nei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia, gestendo un vero e proprio impero criminale. Tuttavia, negli ultimi anni, la pressione delle forze dell’ordine e le lotte interne alla Camorra hanno indebolito il potere della famiglia.