Il processo riguardante la morte di Ugo Russo, il quindicenne ucciso a Napoli nella notte tra il 29 febbraio e il 1° marzo 2020 durante un tentativo di rapina, ha visto sviluppi significativi negli ultimi anni. Il carabiniere coinvolto, Christian Brescia, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato.
Ugo Russo, quindicenne dei Quartieri Spagnoli, tentò una rapina ai danni di un carabiniere fuori servizio in via Generale Giordano Orsini, nella zona di Santa Lucia a Napoli, utilizzando una pistola giocattolo priva del tappo rosso. Le indagini preliminari hanno consentito di accertare che il militare, in compagnia della fidanzata, reagì sparando quattro colpi: uno colpì Russo alla spalla sinistra, un altro lo mancò, mentre gli ultimi due furono esplosi mentre il giovane era in fuga, uno dei quali lo colpì mortalmente alla testa. Questi elementi hanno portato all’accusa di omicidio volontario nei confronti del militare.
Inizio del processo
Durante il processo, iniziato nel 2022, sono emerse alcune criticità nelle indagini preliminari. Il pubblico ministero ha richiesto un’integrazione probatoria, limitata però dalla Corte all’esperimento giudiziario riguardante il proiettile e alle deformazioni subite impattando contro lo stipite di un edificio in via Orsini. A dicembre 2022, il tenente colonnello dei carabinieri Adolfo Angelosanto, all’epoca in servizio presso il nucleo investigativo di Napoli, ha testimoniato ricostruendo l’intervento successivo alla chiamata del carabiniere imputato. La testimonianza ha confermato che Ugo Russo era in possesso di una pistola giocattolo e che al caricatore della pistola del carabiniere mancavano quattro colpi, sebbene siano stati rinvenuti solo tre bossoli sulla scena.
Il procedimento giudiziario è iniziato formalmente il 27 settembre 2023 presso la Corte d’Assise di Napoli. Durante questa fase preliminare, il Ministero della Difesa è stato citato in giudizio come responsabile civile, su richiesta degli avvocati della parte civile. Questo ha comportato un rinvio dell’udienza al 14 novembre 2023 per permettere la regolarizzazione del contraddittorio e la partecipazione dell’Avvocatura dello Stato.
Testimonianze chiave
Nel corso del processo, una testimonianza cruciale è stata fornita dalla giovane che si trovava in auto con il carabiniere al momento dell’incidente. Il 13 marzo 2024, la testimone ha dichiarato di aver visto Ugo Russo puntare una pistola (successivamente rivelatasi una replica) alla fronte del militare. Spaventata, è fuggita dalla scena e, dopo aver udito gli spari, ha temuto che il carabiniere fosse stato ucciso.
Rilievi e ricostruzioni
Per chiarire la dinamica degli eventi, sono stati effettuati ulteriori rilievi sul luogo dell’incidente. Il 23 settembre 2024, consulenti della difesa hanno utilizzato scanner laser per misurare le distanze tra l’auto del carabiniere e il punto in cui Ugo Russo è stato colpito. Questi rilievi mirano a determinare se, al momento degli spari, la rapina fosse ancora in corso e se il giovane rappresentasse una minaccia imminente o se fosse in fuga.
Nel processo relativo all’uccisione di Ugo Russo, si è concretizzato anche il coinvolgimento dell’FBI attraverso l’utilizzo di materiali specifici da essa sviluppati per simulare la consistenza del cranio umano. Questo materiale è stato impiegato nell’esperimento giudiziale disposto dalla Corte di Assise di Napoli per ricostruire le dinamiche dell’evento. L’esperimento ha previsto l’uso della pistola d’ordinanza sequestrata al carabiniere imputato e la rimozione di uno stipite presente in via Generale Orsini, al fine di effettuare una ricostruzione balistica accurata.
L’obiettivo principale di questo esperimento è stato quello di determinare se Ugo Russo rappresentasse ancora una minaccia per il carabiniere al momento dello sparo. La perizia è stata affidata a Emanuele Paniz, che in precedenza aveva individuato l’ogiva che ha causato la morte del giovane. Questo tipo di analisi è fondamentale per chiarire le circostanze dell’incidente e stabilire le responsabilità nel processo in corso.
Prossime fasi del processo
Il processo è ancora in corso, con ulteriori udienze programmate per esaminare perizie balistiche e ascoltare altri testimoni. La difesa sostiene che il carabiniere abbia agito per legittima difesa durante un’aggressione armata, mentre l’accusa e la famiglia di Ugo Russo contestano questa versione, sostenendo che l’uso della forza sia stato eccessivo e ingiustificato.