Noa incanta il pubblico di Sanremo, con la sua interpretazione di Imagine, l’inno alla pace di John Lennon, cantata insieme a Mira Awad, palestinese con cittadinanza israeliana. Un’esibizione di grande suggestione – che Carlo Conti ha fatto precedere addirittura da un videomessaggio di Papa Francesco – che mostra al mondo come palestinesi e israeliani possano stare insieme, in pace.
Ma anche Noa aveva già fatto sentire la sua voce potente contro i signori della guerra, israeliani quanto palestinesi, contro il governo Netanyahu e contro Hamas, nel talk tenuto al TEDxNapoli lo scorso marzo.
“Il governo israeliano non dovrebbe durare nemmeno un giorno di più. Hanno un’enorme responsabilità nell’orribile incubo che stiamo vivendo. E così i nostri vicini. I brutali atti terroristici del 7 ottobre commessi da Hamas sono indescrivibili. Ma poco dopo violenza ha chiamato altra violenza: il nostro esercito è entrato a Gaza, a combattere una guerra che non capiamo. E chi guida questo esercito?” Queste le parole dell’artista israeliana, che ha poi ricordato il massacro di Gaza, “con bambini che muoiono e madri che soffrono la fame, un orrore semplicemente inconcepibile”, sottolineando come le due popolazioni siano state “rapite” ciascuna dalla narrazione del proprio regime: “Qui, in Israele, nessuno vede la sofferenza di Gaza. Non viene mostrata. E lo stesso vale per loro: non vedono il nostro dolore”.
Quindi l’appello per la pace. “La sofferenza delle madri di Gaza e delle famiglie degli ebrei in ostaggio di Hamas è insostenibile. La pace è l’unico scenario per cui battersi, con una soluzione a due Stati, Israele e Palestina, capaci di convivere in pace. Solo quando torneremo in pace ricorderemo che la vita è sacra, potremo riportare la pace e ricordare che la vita è bella“, ha concluso Noa, citando il film cantando la colonna sonora del quale ha instaurato un rapporto magico con gli italiani e con tutti coloro che, da ogni angolo del pianeta, vogliono un mondo di pace.
Le due artiste, Noa – all’anagrafe Achinoam Nini – e Mira Awad, avevano già duettato all’Eurovision Song Contest, nel 2009, con un pezzo dal titolo “There Must Be Another Way”, “Deve esserci un’altra strada”. Grazie a quella esibizione, la Awad era stata la prima cantante di etnia araba a rappresentare lo Stato nella competizione canora, tra l’altro con il primo brano israeliano con parole in arabo.
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