Il “modello Caivano” è destinato a diventare un esempio per la riqualificazione delle periferie più difficili d’Italia. Dopo gli interventi attuati a Caivano, comune a nord di Napoli, a partire da settembre 2023, il governo ha deciso di estendere questa strategia a sette aree urbane caratterizzate da una forte vulnerabilità sociale: Rozzano (Milano), Alessandrino-Quarticciolo (Roma), Scampia-Secondigliano (Napoli), Orta Nova (Foggia), Rosarno-San Ferdinando (Reggio Calabria), San Cristoforo (Catania) e Borgo Nuovo (Palermo).
Per replicare il modello, il governo ha stanziato 180 milioni di euro per il triennio 2025-2027: 100 milioni entro il 2025, 50 milioni per il 2026 e 30 milioni per il 2027. Il piano d’azione sarà definito entro due mesi dal Commissario straordinario, Fabio Ciciliano, già responsabile del progetto Caivano e ora anche capo della Protezione Civile. Sarà supportato da sei subcommissari, esperti aggiuntivi e da enti tecnici come Invitalia e Sport e Salute.
Gli interventi si concentreranno sulla riqualificazione infrastrutturale, il recupero di immobili pubblici per scopi sociali e il miglioramento della sicurezza. Particolare attenzione sarà data alla concessione di spazi a enti del terzo settore per iniziative culturali, sportive, sociosanitarie e di formazione.
I RISULTATI OTTENUTI A CAIVANO
Il “modello Caivano” è nato in risposta al degrado e alle vicende drammatiche emerse nell’estate 2023, come il caso delle cuginette abusate dal branco in un contesto di abbandono sociale. Tra i progetti simbolo spicca la riqualificazione dell’ex centro sportivo Delphinia, luogo degli abusi, trasformato in pochi mesi in un moderno impianto intitolato a Pino Daniele e restituito alla comunità.
A Caivano è stato inaugurato anche un polo universitario con corsi di laurea in Scienze Motorie e Scienze Infermieristiche, laboratori di restauro artistico e progetti per la messa in sicurezza di opere d’arte. Sul fronte della sicurezza, le operazioni “ad alto impatto” hanno portato a un calo medio del 20% dei reati, con punte del 40% per quelli legati a droga e rapine.
UN PIANO PER LE PERIFERIE
Con l’estensione del modello, il governo punta a migliorare le condizioni di vita in alcune delle aree più difficili del Paese. Gli interventi non si limiteranno alla sicurezza, ma si concentreranno sulla promozione dell’integrazione sociale e sul rafforzamento del tessuto economico e culturale locale. Grazie ai poteri commissariali e alle procedure in deroga, si accelererà la messa a disposizione di spazi per attività sociali e culturali. L’obiettivo è replicare su scala nazionale i risultati positivi già ottenuti, dimostrando che rigenerare il tessuto sociale delle periferie è possibile con una strategia mirata e coordinata.