La notizia della morte di Enrico Capozzi, il 36enne ucciso in un agguato di matrice camorristica la sera dello scorso 9 gennaio, nel Parco Merola di Ponticelli, ha suscitato forte dolore e scalpore tra gli abitanti del quartiere, ma anche aspre polemiche per i vincoli di parentela che lo legavano ad alcuni esponenti della criminalità locale. Per questo motivo, la morte di Capozzi ha diviso l’opinione pubblica tra chi ha puntato il dito contro il giovane, padre di tre figli, rimasto vedovo all’età di 34 anni, in seguito alla morte improvvisa della moglie, colta da aneurisma cerebrale, e chi, invece, conoscendo Enrico Capozzi, era consapevole della sua estraneità agli ambienti criminali. Il 36enne, nel 2023, aveva denunciato il suo estorsore – una figura di spicco del clan De Micco di Ponticelli – determinandone l’arresto e non è escluso che il suo omicidio possa essere scaturito anche da una ritorsione/vendetta, voluta anche per colpire un parente dei Sarno, ex boss di Ponticelli, poi passati dalla parte dello Stato. Capozzi era infatti il figlio di una cugina dei Sarno.
La storia di Enrico è diventata virale sui social, provocando tantissime e diverse reazioni.
In questo clima, la direttrice di Napolitan.it, la giornalista Luciana Esposito, ha ricevuto un messaggio molto toccante da Alfredo Foffy, un influencer e attivista Lgbt seguito da migliaia di persone sui social network. Una lettera aperta che riportiamo integralmente:
“Cara Signora Luciana Esposito,
mi permetta di scriverle queste parole dal profondo del cuore, con la speranza che possano arrivare a trasmettere un messaggio di amore e di speranza per il futuro della nostra città.
Sono figlio di un camorrista, e come tale porto dentro me una storia che non scelgo, ma che purtroppo è parte della mia esistenza. Nonostante ciò, il mio spirito e la mia visione sono distanti da quel mondo oscuro che mi è stato imposto.
Non lo condivido, non lo accetto, e sono pronto, con ogni fibra del mio essere, a lottare contro di esso, a fare la mia parte per un domani migliore. Voglio che i miei nipoti, i bambini di oggi e le generazioni future possano crescere in una Napoli libera, prospera e sicura, lontana dalle ombre della criminalità.
È per loro, per il loro diritto a una vita dignitosa e serena, che desidero impegnarmi con tutte le mie forze.
Le offro il mio sostegno, il mio aiuto e la mia totale disponibilità. Credo che solo insieme, con il contributo di chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà e di agire concretamente, possiamo costruire una società migliore. Napoli merita di essere una città di speranza, dove l’amore e la giustizia prevalgano sulla paura e sulla violenza.
La ringrazio per il suo lavoro e il suo impegno, che sono per me fonte di ispirazione. Spero che le mie parole possano essere un segno di fiducia e di speranza, affinché possiamo guardare insieme a un futuro migliore per tutti.
Con sincero affetto e rispetto,
Alfredo Junior Sorianiello.”