Ha destato molto scalpore la notizia del raid subito poco dopo l’una di lunedì 16 dicembre dalla pescheria di Pollena Trocchia, aperta di recente da Ferdinando Napolitano, conosciutissimo su TikTok con il soprannome di “100 100”.
Originario di Ponticelli, Napolitano è nato e cresciuto a San Rocco e fino a poche settimane fa lavorava presso una pescheria in via Napoli molto frequentata dalle persone del posto. Il trasferimento della sua attività nel comune vesuviano non era passato inosservato, soprattutto perchè gli affari sembravano andare a gonfie vele, così come lo stesso Napolitano ostentava nei video che pubblicava sui social e all’indomani del raid indirizzato alla pescheria inaugurata di recente sono tanti i retroscena che continuano ad emergere intorno alla figura di “100 100”.
Il più eclatante riguarda una vicenda che lo vide protagonista nel 2022. Non è la prima volta che Napolitano conquista le pagine di cronaca.
A febbraio del 2022, finì al centro di una vicenda torbida, quando sua sorella fu ferita alla caviglia destra da un colpo d’arma da fuoco. Una volta giunta al pronto soccorso dell’ospedale “Villa Betania”, la giovane, 20enne all’epoca dei fatti, dichiarò di essere stata vittima di una tentata rapina da parte di un uomo che l’aveva aspettata sotto casa e quando aveva cercato di fuggire le aveva sparato. Una versione probabilmente fornita per proteggere la persona che le aveva sparato. Infatti, poche ore dopo, al commissariato di Polizia di Stato di Ponticelli si presentò proprio suo fratello, Ferdinando Napoletano, 38enne all’epoca dei fatti che confessò di essere stato lui a sparare alla sorella durante una lite domestica e di aver poi occultato l’arma a casa di un parente. Una versione confermata dal ritrovamento della pistola, sulla base delle indicazioni che Napolitano aveva fornito agli agenti.
Pertanto, “100 100” fu accusato di porto e detenzione di arma clandestina e lesioni aggravate.
Una vicenda che maturò in un momento storico delicatissimo. Pochi mesi prima, in via Crisconio, a due passi dall’abitazione dei Napolitano, fu assassinato Carmine D’Onofrio, 23 anni, figlio naturale del boss del Lotto O Giuseppe De Luca Bossa. D’Onofrio fu vittima di un agguato mentre si trovava insieme alla compagna incinta e imparentata con la famiglia Napolitano. Motivo per il quale, il ferimento della giovane sorella di “100 100”, inizialmente seminò il panico tra i residenti in zona che temevano un’escalation di ritorsioni e vendette da parte dei De Micco, clan storicamente radicato nella zona di San Rocco che pianificò ed eseguì l’omicidio del figlio del boss del clan rivale.
Napolitano risulta imparentato con i Casella, il clan radicato in via Luigi Franciosa. Inoltre, il pescivendolo seguitissimo sui social è il nipote di Antonio Alzati, detto ‘o cuzzecaro, un tempo legato al clan Sarno, poi diventato un fedelissimo dei Casella.