Procedono serrate le indagini della Squadra Mobile di Napoli volte a far luce sull’omicidio di Emanuele Tufano, il 15enne ucciso nel cuore della notte di giovedì 24 ottobre, in via Carmeniello al Mercato, all’angolo con corso Umberto I a Napoli.
Il 15enne, incensurato e figlio di ristoratori del rione Sanità, frequentava la scuola e saltuariamente trascorreva le ore pomeridiane presso un’officina meccanica poco distante dalla trattoria di famiglia.
Determinanti nel ricostruire la dinamica della sparatoria e lo scenario in cui è maturata le testimonianze dei protagonisti, tra i quali figurano anche gli amici di Emanuele, rimasti lievemente feriti nel conflitto a fuoco che sarebbe stato ripreso dalle videocamere, in particolare, quella che inquadra la chiesa di Santa Maria alla Scala davanti alla quale il 15enne è stato assassinato.
Gli investigatori della Squadra Mobile e i magistrati della Procura dei Minorenni e della DdA stanno cercando riscontri alle dichiarazioni apprese durante gli interrogatori in Questura, avvenuti nel corso della serata successiva all’omicidio. Gli inquirenti stanno setacciando le informazioni fin qui raccolte, auspicando di ricostruire in toto ai fatti accaduti durante la notte in cui il 15enne ha perso la vita, raggiunto da un proiettile alla schiena. L’attenzione si è concentrata su alcuni minorenni che secondo le stime degli investigatori sarebbero assidui frequentatori della zona di piazza Mercato: alcune dichiarazioni rese risultano essere collimanti tra loro, altre invece discordanti e gli approfondimenti sono in corso già dalla scorsa notte. Un 15enne avrebbe ammesso la partecipazione al conflitto a fuoco in cui ha perso la vita un suo coetaneo. Seppure i soggetti interrogati in presenza dei genitori siano stati rilasciati, non è escluso che nelle prossime ore le indagini possano già giungere alla svolta risolutiva.
Dimessi gli amici della vittima, un 14enne giunto in ospedale con escoriazioni e lievi traumi al capo. Al pronto soccorso del Cto, poco dopo la sparatoria, insieme a lui, è giunto anche un 17enne con una ferita d’arma da fuoco al braccio, operato d’urgenza dia sanitari per asportare l’ogiva. Le condizioni dei due non sono gravi. Secondo la ricostruzione fin qui più plausibile, Emanuele era a bordo di uno scooter, insieme agli amici rimasti feriti, quando sono finiti nel mirino del gruppo che ha iniziato a sparare. Almeno dodici i colpi di pistola esplosi, alcuni dei quali hanno colpito una vetrina e le auto parcheggiate lungo la strada teatro del raid. Non è escluso che si sia trattato di un vero e proprio conflitto a fuoco che ha riguardato più persone, pertanto le armi utilizzate per il raid potrebbero essere più di una.
L’ipotesi più accreditata, per quanto riguarda il movente, è quella che colloca la sparatoria nell’ambito di un regolamento di conti tra bande di ragazzi che si contendono la zona di piazza Mercato. Nella zona, secondo gli investigatori, da diverso tempo si registrerebbe la presenza di paranze di giovanissimi esperti in furti e rapine, un fatto confermato dai residenti, tutt’altro che stupiti da quanto accaduto nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 ottobre. Le scorribande di giovani in sella agli scooter sono una costante che si ripete da diverso tempo a Piazza Mercato. Giovanissimi che si divincolano tra strade e vicoli della città fino a tarda notte. In questo scenario sarebbe maturato l’omicidio di Emanuele Tufano, probabilmente trascinato dalle amicizie sbagliate in quella notte di violenza nella quale ha avuto la peggio.
Ancora troppo pochi gli elementi al vaglio degli inquirenti per stilare delle ipotesi concrete in merito al ruolo ricoperto dal giovane in questa tristissima vicenda. L’unico dato certo è che la sparatoria e la lite tra le due bande sono maturate in un contesto sul quale non troneggia l’ombra della camorra, ma quegli spari sarebbero stati esclusivamente animati dal desiderio di primeggiare sui rivali per accaparrarsi il controllo del territorio, proprio come avviene tra i clan che si contendono il territorio. Ed è proprio questa premessa ad introdurre lo scenario più allarmante.