Lo scorso sabato pomeriggio, Massimo Lucca, 43enne legato al clan D’Amico di Ponticelli, rimasto gravemente ferito in un agguato di camorra avvenuto nel fortino del clan, il rione Conocal, è deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale “Villa Betania”.
I parenti si sono fiondati sul posto e solo la presenza dei carabinieri ha sventato la puntuale mattanza nella quale avrebbero rischiato di avere la peggio medici e infermieri, oltre alla stessa struttura ospedaliera.
Un copione analogo a quello andato in scena contestualmente all’agguato in cui perse la vita Vincenzo Costanzo, 26enne nipote acquisito del boss Antonio D’Amico, ucciso durante i festeggiamenti per la vittoria del terzo tricolore azzurro, la sera del 5 maggio del 2023. Costanzo morì poco dopo l’arrivo in ospedale e una volta giunti al nosocomio, parenti ed amici diedero il via alla puntuale mattanza.
Non a caso, i tributi più ricorrenti che si susseguono tra le stories di Instagram e i video di TikTok, ritraggono Lucca insieme a Costanzo. Tantissimi i messaggi in cui familiari e affiliati al clan dei “fraulella” citano i due: “adesso siete di nuovo insieme”.
Lo scenario che non può e non deve ripetersi è quello che vide i D’Amico consacrare e osannare Costanzo, nei giorni successivi all’agguato, inscenando una vera e propria ostentazione di forza e controllo del territorio. Come dimostrò lo show che andò in scena in occasione del trigesimo della morte del ras: il corteo di scooter che sfrecciavano tra le strade del rione Conocal per marcare il territorio e la presenza del clan sul territorio, la processione di parenti, amici ed affiliati che indossavano le t-shirt bianche sulle quali era stampato il volto di Costanzo, i palloncini lanciati in volo, lo striscione celebrativo. Il corteo si spinse ben oltre i confini del rione Conocal, occupando le strade del confinante comune di Volla, fino alla chiesa in cui si celebrò il trigesimo del ras. La fiaccolata indetta nei giorni successivi all’agguato fu annullata, ma un mese dopo la morte del ras, i D’Amico hanno recuperato con gli interessi l’opportunità mancata.
Immagini che conquistarono la ribalta nazionale, i media italiani lo definirono un “tributo stile-Gomorra” consegnando all’opinione pubblica un quadro desolante, ma realistico del clima che si respira in quei rioni di periferia dove la camorra ringhia a muso duro e lo Stato indietreggia, lasciando campo libero a quelle logiche. In quella circostanza, i D’Amico s’impadronirono del territorio per circa un’ora, arrecando non pochi disagi anche in termini di viabilità agli automobilisti che transitavano in zona. Una performance andata in scena senza brutte sorprese da parte delle forze dell’ordine.
Un copione che non può e non deve ripetersi, proprio com’è successo sabato scorso quando i militari che si erano già recati presso il nosocomio dove era stato trasportato Lucca hanno impedito ai familiari di dare libero sfogo alla collera e al dolore accanendosi sulla struttura ospedaliera o sul personale medico-sanitario.
E’ la cronaca di un epilogo prevedibile: in questo momento storico più che mai, i D’Amico devono imporre la propria egemonia, almeno tra le strade del loro arsenale per non rischiare di perdere forza e credibilità agli occhi dei civili, ma anche per dimostrare ai rivali di non essere disposti a piegarsi alla loro volontà, malgrado l’ennesimo sonoro colpo subito.
Le istituzioni, le forze dell’ordine, lo Stato non possono lasciare quel territorio in balia della camorra e delle logiche criminali, concedendo campo libero alla prevedibile parata finalizzata a mitizzare l’ennesimo morto ucciso, al fine di consolidare consensi facendo leva sul compassionevole sentimento di cordoglio.
Lo Stato non può voltare lo sguardo altrove. Ponticelli ha bisogno di segnali forti, efficaci, finalizzati a scardinare quell’ideologia malevola e autoritaria che sembra sfrontatamente destinata a tenere in ostaggio le vite, la libertà e la serenità dei cittadini onesti e soprattutto stanchi di patire abusi e soprusi.
Se lo Stato vuole riappropriarsi di questo quartiere è giunto il momento che inizi a togliere consensi alla camorra, partendo da azioni mirate e risolutive.