Lo scenario criminale che si registra attualmente sul fronte camorristico ponticellese è ormai chiaro da diverso tempo: i D’Amico del rione Conocal di Ponticelli stanno optando per una politica prudente, finalizzata a preservare l’equilibrio e a limitare i danni, almeno fino alla scarcerazione di Giuseppe Riccardi, ormai imminente, alla quale farà poi seguito quella di Salvatore Ercolani. A breve, quindi, torneranno in libertà il compagno di una delle sorelle D’Amico e il marito di Annunziata D’Amico, la donna-boss uccisa dai De Micco nel 2015 quando ricopriva il ruolo di reggente del clan di famiglia.
La vendetta bramata e attesa da ormai dieci anni è l’obiettivo più impellente che il clan del Conocal mira a perseguire, non appena gli uomini di casa faranno ritorno a Ponticelli. Al contempo, andando a colpire i De Micco, potrebbero anche conquistare un ruolo di spessore nell’ambito del contesto camorristico locale, scalzando il sodalizio attualmente egemone. Consapevoli di non disporre della forza economica e militare utile a contrastare l’ascesa dei rivali, i cosiddetti “fraulella” hanno approfittato del momento di oggettiva inferiorità per tessere alleanze strategiche, restando prudentemente arroccati nel loro fortino.
Di recente, i parenti di una delle figure apicali dell’alleanza costituita dai vecchi clan dell’ala orientale di Napoli attualmente in carcere, si sono trasferiti nel rione Conocal al fine di agevolare le comunicazioni tra quest’ultimo e i D’Amico, confermando lo spostamento del quartier generale della fazione ostile ai De Micco in quella sede. Non si tratterebbe dell’unica migrazione avvenuta di recente con l’intento di rinsaldare il clan D’Amico. Anche alcuni familiari di questi ultimi, notoriamente radicati nel centro storico di Napoli, di recente, si sarebbero trasferiti nel rione Conocal, nella zona in cui risiedono i parenti dei fratelli D’Amico attualmente detenuti e i fedelissimi del clan.
Un fatto che conferma la strategia attualmente in atto nel Conocal e che vede i “fraulella” prettamente concentrati a preparare il terreno, in vista delle scarcerazioni che si annunciano destinate a sancire la ripresa delle ostilità.
Tuttavia, il supporto dei nuovi gregari si è reso necessario anche per appagare un’altra criticità ben più impellente: le continue incursioni dei De Micco nel rione Conocal. Tra agguati mancati e azioni a scopo dimostrativo, i rivali hanno seminato il panico nel fortino dei D’Amico, palesando l’intenzione di stravolgerne i pani chiudendo la partita anzitempo, qualora fossero riusciti a stanare un bersaglio da colpire. Per questo motivo, all’indomani delle recenti “visite” dei De Micco, i D’Amico si sono barricati nel loro fortino rinforzando il cordone difensivo.
Quelle descritte dai residenti in zona sono scene degne di un paese di guerra: cecchini armati e appostati sui tetti degli edifici dell’arsenale dei D’Amico trascorrono le notti a presidiare il rione, mostrandosi pronti ad entrare in azione, qualora dovessero avvistare un commando rivale intenzionato a fare irruzione nel Conocal. Un ulteriore elemento che concorre a chiarire il clima di tensione sempre più palpabile che spira con particolare insistenza sul fortino dei D’Amico e che si annuncia destinato a introdurre nuovi venti di guerra.