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Cresce la tensione a Ponticelli: incursioni dei De Micco nel fortino dei D’Amico

Luciana Esposito di Luciana Esposito
18 Settembre, 2024
in Cronaca, In evidenza
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Cresce la tensione a Ponticelli: incursioni dei De Micco nel fortino dei D’Amico
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Diventa sempre più palpabile il clima di guerra fredda che spira su Ponticelli e che si concentra con particolare insistenza sul rione Conocal, fortino dei D’Amico, il clan che scalpita per tornare alla ribalta in vista dell’imminente scarcerazione di Giuseppe Riccardi, figura di primo ordine del clan per effetto delle alleanze strette in carcere, nonché compagno di una delle sorelle D’Amico che nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 settembre ha abbandonato il rione, insieme ad altri parenti, proprio per raggiungere l’istituto penitenziario in cui è recluso Riccardi.

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Una notizia che si è rapidamente diffusa anche oltre le mura del fortino dei D’Amico e che lasciava intendere che la donna avesse raggiunto Riccardi proprio per attenderlo all’esterno del carcere e fare ritorno insieme a lui a Ponticelli. Gli abitanti del rione Conocal che vivono con particolare apprensione la scarcerazione di Riccardi hanno vissuto 48 ore di panico, in attesa di scoprire se effettivamente dietro la partenza della lady D’Amico si celasse la volontà di riabbracciare il compagno non appena avrebbe valicato la soglia dell’istituto penitenziario in cui era recluso. Nella serata di martedì 17 settembre però, la donna è rientrata da sola e i cittadini hanno quindi potuto tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento.

Il viaggio della D’Amico non è di certo passato inosservato ai De Micco che a loro volta hanno intuito che quella partenza potesse essere destinata ad introdurre il ritorno a Ponticelli di colui che viene indicato come il prossimo leader del clan dei “fraulella”, la figura intorno alla quale la cosca si starebbe riorganizzando da mesi con il supporto di alcuni alleati di peso. La scarcerazione di Riccardi appare sempre più come l’evento destinato a mutare gli equilibri criminali e i De Micco sembrano esserne consapevoli, tant’è vero che si mostrano intenzionati a non restare con le mani in mano ad attendere la mossa dei rivali, ma appaiono più orientati a giocare d’anticipo, auspicando di approfittare del primo passo falso dei rivali che per il momento restano blindati nel loro fortino, quel rione Conocal che non sembra così inespugnabile agli occhi dei De Micco, soprattutto perché da diverso tempo sono entrati in possesso delle chiavi che gli consentono di accedere ai segreti e alle informazioni più preziose e che potrebbero rivelarsi determinanti per colpire i D’Amico anche nel loro arsenale. Il passaggio di alcuni parenti dei D’Amico dalla parte dei De Micco ha fatto sì che anche quel flusso di notizie relative ai retroscena e alle abitudini delle figure apicali della cosca, sia perennemente a disposizione del clan. Un vantaggio che i De Micco starebbero continuando a sfruttare, non solo per torneggiare sui rivali. Sarebbero proprio loro “i girati del clan D’Amico”, le pedine delle quali i De Micco si starebbero servendo per entrare e uscire indisturbati dal fortino dei rivali, non solo per compiere raid intimidatori, ma anche per stanare un bersaglio sensibile da colpire.
Mettere a segno un agguato nel cuore del fortino clan rivale, in questo momento storico e alla luce del clima che aleggia sul Conocal, vorrebbe dire stroncare sul nascere le velleità dei D’Amico, ridimensionandone i piani criminali, proprio come accaduto con il gruppo emergente del rione De Gasperi all’indomani della scarcerazione di Pasquale Damiano e della notte di festeggiamenti in pompa magna, andata in scena nell’arsenale del clan per annunciare “l’inizio di una nuova era camorristica”. La mattina seguente, ad avere la peggio, fu Emanuele Montefusco, fratello di Salvatore “Zamberletto” Montefusco, ras del gruppo dell’isolato 17 del rione De Gasperi. Seppure estraneo alle logiche criminali, Emanuele Montefusco fu vittima di una vendetta trasversale e quindi ucciso per lanciare un monito perentorio al fratello intenzionato a sfidare i De Micco con il supporto del cartello camorristico che si stava rifondando nell’ex fortino dei Sarno.

Alla luce del clima che spira con crescente intensità sul rione Conocal, forte è il sentore che all’indomani della scarcerazione di Riccardi possa ripetersi uno scenario analogo. Il timore più diffuso tra i cittadini estranei alle logiche criminali è proprio che in questo vortice di eventi sempre più violenti possa finire risucchiata la vita di un innocente.

Sullo sfondo, ad imbruttire ulteriormente i toni, concorrono non solo gli interessi di carattere economico riconducibili al controllo degli affari illeciti, ma soprattutto i conti in sospeso, le vendette, la resa dei conti che sembra avvicinarsi, di giorno in giorno.

Una guerra che, a dieci anni di distanza dall‘omicidio di Annunziata D’Amico, torna ricorrente più che mai e che sembra inevitabilmente destinata ad essere ereditata dalle nuove leve del clan De Micco, per cause di forza maggiore. Sono quasi tutte detenute le figure apicali del clan che hanno concorso a macchiare le strade di sangue durante le fasi salienti di quella faida di camorra che giunse al termine proprio quando i De Micco misero la firma sull’omicidio della reggente del clan D’Amico, pertanto le armi sono destinate a passare tra le mani delle nuove leve che dal loro canto starebbero scalpitando per mettersi in mostra.

Il gruppo di fuoco dei De Micco attualmente è composto dai veterani scarcerati di recente, affiancati da giovanissimi, tra i quali quelli che avrebbero già messo la firma su alcuni delitti eccellenti avvenuti negli ultimi anni, ma anche quelli che hanno rinnegato proprio i D’Amico, malgrado questo volesse dire passare dalla parte degli acerrimi rivali, compiendo il più clamoroso dei tradimenti. Proprio loro starebbero ricoprendo un ruolo cruciale in questa fase di stasi apparente, segnata dalle incursioni, mirate e continue, nel rione Conocal. Un rione che conoscono bene, perché è lì che sono nati e cresciuti ed è lì che hanno trascorso diverso tempo, soprattutto negli ultimi anni, lavorando attivamente accanto ai parenti intenzionati a risollevare le sorti dei “fraulella”. Un rione che per loro non ha segreti, lo stesso vale per quelli che un tempo erano i loro familiari e che adesso sono “i nemici”, in quanto affiliati al clan rivale con il quale, di qui a poco, entreranno in guerra. Un retroscena che concorre a disegnare uno scenario da brividi.

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