Uno scenario surreale, quello che si registra nel rione De Gasperi di Ponticelli, nella zona in cui si riscontra la presenza delle piazze di droga più gettonate del quartiere, quella compresa tra l’isolato tre e l’isolato quindici, rispettivamente controllate da Pasquale Tarallo alias ‘a ceccia, broker della droga del clan De Micco e “i pazzignani”, clan storicamente radicato nell’ex fortino dei Sarno e rimasto isolato dallo scenario camorristico locale dopo l’arresto dell’alleato Salvatore “Zamberletto” Montefusco.
Le fibrillazioni tra le due fazioni erano schizzate alle stelle già prima dell’arresto di quest’ultimo per effetto di un cambio di casacca che ha indispettito e non poco “i pazzignani”: quello del marito della figlia di Tarallo, prima al soldo della fazione rivale e residente nell’isolato 15, quindi nel fortino del clan attualmente capeggiato da Giovanni De Stefano. Proprio quest’associazione di fatti e persone avrebbe indispettito il reggente dei “pazzignani” che avrebbe indirizzato delle minacce esplicite al ras della droga residente nel vicino isolato tre e lo avrebbe fatto affacciandosi al balcone della sua abitazione, approfittando della vicinanza tra i due edifici, separati da poche decine di metri. La struttura architettonica del rione, in sostanza, consente agli abitanti dell’isolato tre di scorgere – e di udire – tutto quello che accade nell’isolato 15 e viceversa. Una condizione che “i pazzignani” hanno sfruttato a proprio vantaggio, quando la tensione stava schizzando alle stelle e forte era il sentore che i rivali del clan De Micco si stessero preparando a colpirli mettendo a segno un agguato, come effettivamente è accaduto lo scorso 9 luglio.
Consapevoli di essere un bersaglio appetibile per i killer del clan rivale, Giovannone, i suoi nipoti e il ras “Zamberletto”, quando era ancora a piede libero, indirizzavano minacce, insulti e intimidazioni al ras dell’isolato tre e lo facevano affacciandosi al balcone, guardandosi bene dal commettere passi falsi che potevano prestare il fianco al piano dei De Micco, lasciando le loro abitazioni, anche solo per compiere i pochi metri necessari a raggiungere il vicino isolato tre e rivendicare con maggiore credibilità e veemenza le loro ragioni, al cospetto di un soggetto che ricopre un ruolo cruciale nel business della droga e di recente indicato dai De Micco come fornitore ufficiale delle plurime piazze del quartiere.
Una politica che ha dato il via a un botta e risposta sguaiato e plateale e che continua a tenere banco tra gli arsenali della droga del rione De Gasperi, dove i soggetti a capo del business ci mettono la voce e la faccia per rivendicare con convinzione e veemenza le loro ragioni. Contestualmente al cambio di casacca del genero del ras dell’isolato tre che ha fatto infuriare la fazione antagonista è stata chiaramente udita una minaccia esplicita che “Giovannone” e company hanno indirizzato al broker della droga in affari con il rivale del clan De Micco: “non ti dimenticare che tua figlia abita ancora qua”, facendo così esplicito riferimento a una facile azione ritorsiva da indirizzare alla giovane donna che di tutta risposta si sarebbe trasferita nell’isolato tre e starebbe lavorando a pieno regime a supporto del business di famiglia, tutt’altro che scalfito dal recente arresto.
Una “botta e risposta” dai balconi che prosegue incessantemente e che evidenzia l’ostinazione dei “pazzignani”, sempre più soli e isolati, abbandonati anche dagli ultimi affiliati rimasti a perorare la loro causa e che sono confluiti dalla parte del clan De Micco che appare molto più strutturato, sia sotto l’aspetto economico che militare e pertanto destinato ad avere la meglio, ancora una volta.