L’uscita di scena di Salvatore Montefusco, arrestato di recente insieme a suo figlio Carmine, non sembra sufficiente a scrivere la parola “fine” alla faida attualmente in corso a Ponticelli.
Non solo perché i De Micco hanno lasciato dedurre che i nomi di Montefusco padre e figlio non fossero gli unici finiti nella lista nera ei nemici da eliminare, evidenziando la volontà di stanare un altro elemento di spicco della compagine rivale. Tutto lascia presagire che nel mirino dei killer dei “bodo” sia finito Giovanni De Stefano detto “Giovannone”, amico di vecchia data e alleato di “Zamberletto”, fratello della “pazzignana” Luisa De Stefano e quindi zio del collaboratore di giustizia Tommaso Schisa. Quello che mira a eliminare “Giovannone” è un piano che evoca scenari che si spingono ben oltre le logiche della faida di camorra attualmente in corso e che andrebbe a regolare anche una serie di conti in sospeso tra le due fazioni.
Un clima che legittima l’apprensione degli abitanti del rione Conocal, in vista dell’imminente scarcerazione di uno degli uomini di casa D’Amico: Giuseppe Riccardi, compagno di Carla D’Amico, sorella del boss Tonino “fraulella”, fondatore dell’omonimo clan, ma soprattutto di Annunziata D’Amico, la donna-boss uccisa in un agguato di camorra sul quale c’è la firma dei De Micco. Non è un segreto che all’indomani dell’omicidio della donna che in quel momento ricopriva il ruolo di reggente del clan di famiglia, i D’Amico stabilirono che la vendetta doveva maturare per mano degli uomini di casa, in quel momento tutti detenuti. Uno scenario che si appresta a trovare riscontro nella realtà, in vista dell’ormai imminente scarcerazione del cognato di Annunziata D’Amico. Un evento che matura in un momento storico di per sé concitato e che vede già l’alleanza in cui sono confluiti anche i “fraulella” osteggiare i De Micco, per l’ennesima volta. Fin dallo scorso inverno, infatti, i reduci del clan del Conocal, unitamente ai De Luca Bossa, hanno appoggiato il piano criminale del ras del rione De Gasperi finalizzato a lanciare il guanto di sfida al nemico comune: i De Micco. Non a caso, probabilmente, pochi giorni prima dell’omicidio di Montefusco, fecero irruzione nel rione Conocal con l’intento di colpire il genero del boss Antonio D’Amico, ormai rimasto solo a rappresentare il clan di famiglia, mentre gli altri cognati sono riusciti a trascinare perfino alcuni parenti dalla parte dei De Micco. Un mancato agguato che sottolinea la solerzia con la quale i De Micco monitorano il territorio, perennemente alla ricerca di rivali da colpire.
Lecito, da parte delle famiglie estranee alle logiche criminali residenti nel fortino dei “fraulella”, vivere con una certa apprensione l’imminente ritorno a Ponticelli del primo uomo legato alla famiglia D’Amico in procinto di scarcerazione. La prima di una lunga serie di scarcerazioni destinate ad andare in scena nei prossimi mesi e che inevitabilmente si ripercuoteranno sugli equilibri criminali, di per sé sempre più labili.
Una scarcerazione caricata di aspettative dagli stessi familiari e affiliati alla cosca del Conocal che avrebbero fin qui optato per un profilo basso, consapevoli di non disporre della forza criminale utile a contrastare i rivali e per questo vivono con trepidante attesa le scarcerazioni ormai prossime e destinate a rafforzare il clan che, di certo, non resterà a guardare mentre gli assassini della compianta Annunziata D’Amico seguitano a spadroneggiare tra le strade di Ponticelli.