Con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto carceri – già approvato dal Senato – che viene così definitivamente convertito in legge. Il via libera è arrivato mentre a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni incontrava il ministro della Giustizia Carlo Nordio, i sottosegretari Ostellari, Delmastro, Sisto e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera Giulia Bongiorno e Ciro Maschio.
Tra le misure c’è l’assunzione di personale di polizia penitenziaria e di dirigenti e medici penitenziari, la semplificazione del procedimento per la concessione della liberazione anticipata. Il ddl, contenente ‘misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del ministero della Giustizia’, istituisce inoltre il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria.
Tra le novità l’aumento del numero di colloqui telefonici consentiti ai detenuti, l’esclusione dai programmi di giustizia riparativa dei detenuti sottoposti al regime speciale del 41-bis, l’istituzione al ministero della Giustizia di un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti adulti: le modifiche introdotte a Palazzo Madama puntano ad ampliare le possibilità di accesso ai detenuti tossicodipendenti in comunità terapeutiche pubbliche o private accreditate.
Nel dettaglio il ddl autorizza l’assunzione di 1.000 agenti di polizia penitenziaria, nella misura di 500 unità nel 2025 e 500 unità nel 2026. Previsto anche l’aumento di 20 unità del personale di dirigente penitenziari e l’assunzione di funzionari e ispettori del Corpo di polizia penitenziaria mediante scorrimento di graduatorie.
Il ddl introduce anche il nuovo delitto contro la pubblica amministrazione di “indebita destinazione di denaro o cose mobili” e modifica anche il decreto legislativo n. 231 del 2001, in materia di responsabilità delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, includendo il delitto di indebita destinazione di denaro o cose mobili nel novero dei delitti per i quali è comminata una sanzione pecuniaria nei confronti dell’ente. Slitta di un anno l’entrata in vigore delle disposizioni della “riforma Cartabia” sul Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.
Mentre a Montecitorio era in corso il voto la premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio si sono riuniti oggi a Palazzo Chigi per discutere dell’emergenza carceri.”Ho prospettato al presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario. Su questo tema chiederò un incontro al presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo. Del pari proporrò al Consiglio superiore della magistratura di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza”, ha dichiarato Nordio.
Circa l’elevato numero di detenuti stranieri, Nordio ha confermato “l’impegno a moltiplicare gli sforzi per rendere operativi in tempi celeri gli accordi con gli Stati interessati, al fine di garantire l’esecuzione della pena nei paesi d’origine”.
“Auspico che l’opposizione, invece di polemizzare su posizioni sedimentate nei decenni, possa collaborare fattivamente per rendere più veloce questo percorso che riguarda, sia a livello normativo che organizzativo, la modifica della custodia cautelare necessaria per evitare la carcerazione ingiustificata, ma soprattutto per affermare la detenzione differenziata dei tossicodipendenti presso le comunità di recupero”, ha infine dichiarato Nordio.
Fonte Adkronos