Furto nell’abitazione di uno dei due reggenti del clan De Micco di Ponticelli, l’organizzazione che dopo le fibrillazioni avvenute di recente, sembra tornata a detenere il controllo del territorio.
La notizia ha destato comprensibile scalpore e si è rapidamente diffusa nel quartiere. A suscitare forte perplessità è proprio l’affronto indirizzato a una figura di primo ordine del clan che attualmente detiene il controllo degli affari illeciti. Uno scenario impensabile negli anni in cui le logiche camorristiche erano dettate dall’ormai obsoleto “codice d’onore”.
Nel mirino dei topi d’appartamento è finita una famiglia che ama ostentare i benefici e gli sfarzi garantiti dai consistenti capitali di cui dispone. Sui social network, pressochè quotidianamente, marito e moglie condividono con i followers le immagini che ritraggono gioielli, abiti e accessori griffati, le gite in barca, una perenne ostentazione che probabilmente ha attirato l’attenzione dei ladri che hanno svaligiato l’appartamento, sprezzanti dell’affronto che avrebbero così indirizzato a una figura apicale dello scacchiere camorristico ponticellese.
Dal suo canto, per l’ennesima volta, il boss ha affidato la replica ai social network pubblicando nelle storie di Instagram una foto che lo ritrae accanto alla vetrina di un negozio di un noto e lussuoso brand, mentre stringe due shopper tra le mani e fa la linguaccia. Una posa palesemente provocatoria, finalizzata a schernire e sminuire il torto subito, accompagnata da due frasi ugualmente significative: “la vostra invidia è la nostra forza” e “non ci avete proprio toccati”.
Uno step ulteriore che conferma e ribadisce il ruolo cruciale ricoperto dai social, sempre più utilizzati dai clan per divulgare in maniera diretta ed estemporanea una mole considerevole di messaggi: alleanze, ma anche piani, strategie, persino omicidi o inviare minacce, messaggi minatori e soprattutto provocatori, come in quest‘ultimo caso che vede il reggente di un clan camorristico celebrare la parodia di sé stesso per sminuire un torto subìto.
Una camorra spregiudicata che esce allo scoperto, inscenando un’illogico paradosso: ostentare forza e potere nel mondo virtuale, su un vistoso palcoscenico dove si esibisce davanti a un numero illimitato e indefinito di spettatori, a discapito della discrezione alla quale dovrebbero sempre ambire i soggetti dediti alle pratiche illecite. Una discrezione che, di contro, seguitano a rivendicare nel mondo reale imponendo omertà e connivenza, non disdegnando di pestare, minacciare e avvalersi di pratiche violente per imporre buio e silenzio.