Con 104 si, 73 no e un astenuto, approvato in Senato il decreto carceri. Ora il testo passa alla Camera.
L‘assunzione di mille nuove unità per il Corpo della Polizia Penitenziaria, ma anche procedure più snelle per concedere di uscire dal carcere in anticipo a chi ne ha diritto, più telefonate per i detenuti e l’istituzione di un albo di comunità adibite alla detenzione domiciliare. Sono alcuni dei punti principali del decreto ribattezzato ‘Carcere sicuro’: è una prima risposta dell’esecutivo alla situazione di emergenza degli istituti penitenziari, sovraffollati e segnati nel 2024 dalle drammatiche cifre dei suicidi in questi primi sei mesi, mai così alte.
C’è chi lo ha già ribattezzato come un nuovo svuota-carceri, ma il ministro della Giustizia Nordio ha precisato che l’intento non è quello “di aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria, che pure costituisce un problema”. Il titolare del dicastero della Giustizia ha detto che si tratta di un “intervento vasto e strutturale che affronta in modo organico un altro settore del sistema dell’esecuzione penale” e “che potremmo chiamare umanizzazione carceraria”.
Il dl prevede misure per la semplificazione e velocizzazione delle procedure per concedere la libertà anticipata ai detenuti che ne abbiano il diritto. In occasione “di ogni istanza di accesso alle misure alternative alla detenzione o ad altri benefici analoghi, rispetto ai quali nel computo della misura della pena espiata è rilevante la liberazione anticipata”, il magistrato di sorveglianza “accerta la sussistenza dei presupposti per la concessione della liberazione anticipata in relazione ad ogni semestre precedente“.
L’istanza, continua il testo, “può essere presentata a decorrere dal termine di novanta giorni antecedente al maturare dei presupposti per l’accesso alle misure alternative alla detenzione o agli altri benefici analoghi”. In ogni caso, le detrazioni non saranno riconosciute “qualora durante il periodo di esecuzione della pena il condannato non abbia partecipato all’opera di rieducazione“. La misure alternative potranno essere decise non più in via provvisoria, ma definitivamente e più rapidamente dal magistrato di sorveglianza, senza passare per il tribunale collegiale.
Nel dl carcere “vi sono misure per rendere più semplice la liberazione anticipata”, ha spiegato Nordio. “Non vi sono indulgenze gratuite ma si rende più certa la procedura attraverso cui la liberazione anticipata è posta in esecuzione. Renderemo molto chiaro al detenuto il percorso ed i termini per godere della liberazione anticipata. Ci sarà una specie di ‘patto’ per metterlo subito al corrente dei suoi diritti e degli sconti che potrebbe ottenere se si comporta bene in carcere”.
Il testo prevede inoltre l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere alcune tipologie di detenuti – come quelli con residuo di pena basso, i tossicodipendenti e quelli condannati per determinati reati – dove potranno scontare il fine pena. L’intervento va nella direzione di consentire ai molti detenuti, soprattutto stranieri e privi di residenza ufficiale, di avere un luogo per la detenzione domiciliare.
Previste modifiche all’articolo 39 del regolamento penitenziario: il provvedimento parla di “un incremento del numero dei colloqui telefonici settimanali e mensili“. Nordio ha spiegato che “la possibilità di comunicare in termini più elastici e maggiori con le famiglie sarà un piccolo aiuto psicologico che assieme alle risorse di sostegno psicologico ai detenuti già messe in atto, contribuirà, lo speriamo, a rendere psicologicamente più agevole una situazione che essendo punitiva incide sull’umore e la depressione del detenuto”.
La bozza del decreto prevede anche modifiche alla disciplina del regime detentivo differenziato del 41 bis, il carcere duro per mafiosi e terroristi), con l’esclusione all’accesso dei programmi di giustizia riparativa.
Nel decreto ci sono anche una serie di norme sull’assunzione di personale, si parla di mille persone per il Corpo di Polizia penitenziaria tra il 2025 e il 2026. Uno degli articoli riguarda anche anche la modifica di alcune disposizioni in materia di formazione degli agenti di polizia penitenziaria, oltre a modifiche sulla disciplina relativa agli incarichi di livello dirigenziale nel ministero della Giustizia.