Momento storico per Bagnoli, quartiere simbolo di Napoli, ex sito industriale, emblema dell’inquinamento, di progetti annunciati e mai conclusi. Grazie ad un protocollo d’intesa firmato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal commissario straordinario di Governo al Sin Bagnoli-Coroglio, Gaetano Manfredi, 1,2 miliardi di euro sono stati destinati alla rinascita dell’area.
“Ho visto che qui fuori ci sono dei manifestanti: dagli slogan direi che sono centri sociali, ma se non lo fossero, se fossero comitati di cittadini, direi che li capisco. Qui tante promesse sono state fatte e tradite. Ma direi loro di darci la possibilità di dimostrare che le cose si possono cambiare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Napoli, alla cerimonia di firma del protocollo di intesa tra il governo e il commissario straordinario per Bagnoli-Coroglio, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Stamattina accade qualcosa di molto importante per Napoli, la Campania e il Sud nel suo complesso”, ha aggiunto.
“Lo Stato, le istituzioni sono a Bagnoli, e decidono di mettere la faccia su un problema annoso, che va avanti da così tanto tempo che cittadini si convincono che non possa essere risolto. Ma la politica deve sfidare se stessa sugli obiettivi difficili, non su quelli facili. È l’unico modo per dimostrare che i politici non sono tutti uguali, ed è l’unico modo per riavvicinare i cittadini alle istituzioni”, ha spiegato la premier.
“Completare il risanamento di Bagnoli è un investimento strategico, per il Sud, per l’Italia, rivendico la scelta del governo di destinare 1,218 miliardi di euro”. Ha detto ancora la presidente del Consiglio. “Gli interventi si concluderanno entro il 2031, e si stima un indotto occupazionale di oltre 10mila unità, tra lavoratori diretti e indiretti”, ha aggiunto. “Faremo quello che va fatto. A chi pensava che questi territori fossero spacciati, che non avessero speranza, che si potessero solo mantenere nella loro condizione con l’assistenzialismo, dimostreremo a questa gente che si sbagliava di grosso, che si può fare molto altro, in modo diverso. E si può mettere questi territori in condizione di competere ad armi pari e dimostrare il loro valore”, ha concluso.