Non è di certo passato inosservato il foglio affisso all’esterno di tutti i 28 isolati del rione De Gasperi di Ponticelli nel corso del pomeriggio di mercoledì 12 giugno, non solo perché materialmente affrancati dalla figlia minorenne del ras emergente dell’isolato 17, alias “Zamberletto”.
A destare allarmismo tra i residenti in zona è soprattutto il contenuto della comunicazione: “il lunedì mattina lasciare fuori la porta il secchio d’acqua. Il venerdì mattina lasciare fuori la porta il secchio d’acqua”. Un messaggio apparentemente innocuo agli occhi di chi è incapace di interpretare correttamente quella comunicazione. Il ras annuncia così la volontà di imporre agli abitanti del rione il pagamento di una tangente da corrispondere all’impresa di pulizie che per conto del clan sarà chiamata a lustrare le scale dei palazzi, avvalendosi della collaborazione dei condomini che dovranno anche garantire la fornitura d’acqua necessaria seguendo le indicazioni indicate.
Un altro escamotage, l’ennesimo espediente cavalcato dal ras dell’isolato 17 per imporre la sua egemonia nell’ex fortino dei Sarno. Galvanizzato dal ritorno alla vita di Vincenzo Arienzo, il 23enne ridotto in fin di vita lo scorso 29 marzo in un incidente stradale provocato verosimilmente da tre delle quattro nuove leve del clan De Micco proprio per punire le velleità del ras che mira a contrastare l’egemonia dei De Micco. Arienzo – che era a bordo di uno scooter insieme a Giuseppe Tulipano, rimasto anche lui ferito nell’impatto in maniera meno grave – è tornato cosciente nei giorni scorsi, dopo circa due mesi. Un evento che ha pertanto scongiurato il peggio per la compagine entrata in contrasto con i De Micco per il controllo degli affari illeciti e che ha seriamente rischiato di “piangere il morto”. Una circostanza che Zamberletto sembra essersi già lasciato alle spalle, tornando a palesare l’intenzione di guadagnare terreno a discapito dei rivali.
Dal loro canto, gli abitanti del rione De Gasperi continuano a manifestare rabbia e insofferenza per la condizione in cui si ritrovano costretti a vivere in quanto l’ascesa del gruppo capeggiato dal ras seguita a costituire una minaccia concreta anche per l’incolumità dei civili. Non a caso, l’affissione di quei volantini apparsi accanto all’ingresso degli edifici del rione è opera di una ragazzina, la figlia minorenne del ras, l’ennesima bambina soggiogata dalle logiche camorristiche, accompagnata da un corteo di moto guidate dalle figure di spicco del gruppo capeggiato dal padre. Una vera e propria azione dimostrativa voluta per intimorire i residenti in zona, in maniera apparentemente innocua, pur manifestando una plateale ostentazione di forza. Superata l’era in cui era “bambola di pezza” alias Anna Amitrano, sorella del ras Mimì, a rendersi autrice di performance analoghe in quella sede, tra gli abitanti del rione torna l’incubo dell’imposizione di una tangente da versare nelle casse della camorra che impone la sua impresa di pulizie. Allo stato attuale, la pulizia di ballatoi e scale è affidata alla buona volontà dei condomini, quindi viene gestita autonomamente, nessuna impresa lecita o illecita è stata assoldata per espletare questa mansione. Una politica dettata dal buon senso, in virtù del dilagante degrado che imperversa in tutti i 28 fatiscenti edifici del rione, oltre che maggiormente in linea con la condizione economica della maggior parte delle famiglie per le quali privarsi dei 10 o 15 euro pretesi dalla camorra vuol dire stringere ulteriormente la cinghia, a discapito perfino di spese essenziali.
Quell’avviso ufficializza il ritorno in campo del ras dell’isolato 17 che torna a marcare la scena avanzando pretese, ripartendo proprio “dal suo rione”, a meno di tre mesi di distanza dal passo falso che poteva rivelarsi fatale per i due affiliati al suo gruppo rimasti coinvolti in quel violento incidente. La sera precedente, Zamberletto aveva bussato alla porta dei gestori delle due piazze di droga più redditizie dell’intero quartiere, quelle radicate nell’isolato due e tre del “suo” rione pretendendo che iniziassero a corrispondere a lui la tangente dovuta al clan egemone, a discapito dei De Micco. Verosimilmente, il mancato agguato sfociato in quell’incidente stradale avvenuto il giorno successivo rappresenta la replica dei rivali, intenzionati a “punire” la mancanza di rispetto indirizzata dal ras e al contempo ridimensionarne le intenzioni.
Non a caso, all’indomani del violento incidente che ha ridotto in fin di vita Arienzo è calato il gelo su Ponticelli.
“Il ras della 17” si è rintanato nel suo fortino, optando per una politica prudente e morigerata. La consapevolezza che Arienzo sia fuori pericolo probabilmente lo ha galvanizzato e pertanto ha deciso di riprendere il suo piano criminale ripartendo proprio dal “suo” rione. Verosimilmente consapevole che le scarcerazioni recenti hanno concorso a rafforzare il clan rivale, il ras opta per un atteggiamento meno rischioso, guardandosi bene dal cercare nuovamente lo scontro diretto con i De Micco e pertanto mira a rifocillare le casse del clan torchiando i civili: gli anziani, i padri di famiglia, i lavoratori onesti che guadagnano con il sudore della fronte i soldi che pretende che gli vengano consegnati, facendo leva sulle loro paure.