Il 5 giugno 2024 l’Università degli Studi di Napoli Federico II compie 800 anni. La prima università italiana laica e pubblica, nonché una delle più antiche in Italia, fu fondata infatti il 5 giugno 1224 con un atto imperiale per volere del re di Sicilia, Federico II di Svevia, che aveva intenzione di dotare il suo regno di un’istituzione capace di formare funzionari e amministratori. Il motto dell’università, “Ad scientiarum haustum et seminarium doctrinarum” (“alla fonte delle scienze e al vivaio dei saperi”) è tratto proprio dalla lettera circolare di Federico II di Svevia.
Nel corso dei secoli, l’Università di Napoli ha conosciuto periodi di splendore ma anche di decadenza. Fino all’inizio del Novecento è stata l’unica università del Mezzogiorno, ma in seguito, con la nascita di altri atenei nelle regioni del Sud e nella stessa Campania, ha perso questo “monopolio”. Nell’ultimo secolo, è diventata un’università di massa e il numero degli studenti è progressivamente cresciuto. Nel 1992 l’UniNa ha assunto l’attuale denominazione, diventando “Università degli Studi di Napoli Federico II”, e oggi, con oltre 70.000 iscritti, è il quarto ateneo italiano per numero di studenti.
Per capire come nacque quella che oggi è la “Federico II” bisogna accennare alla fondazione delle prime università, avvenuta dopo l’anno mille, nel basso Medioevo. Fino ad allora l’istruzione superiore era impartita dalle scuole cattedrali, istituite presso chiese e conventi. Nel basso Medioevo, grazie ai progressi sociali e culturali, furono istituite le prime università a sé stanti, non collegate alle chiese. La prima in assoluto è considerata quella di Bologna, nata nel 1088, alla quale fecero seguito gli atenei di Parigi, Oxford e altri. Le università medievali, naturalmente, erano molto diverse da quelle attuali ed erano frequentate solo da piccoli gruppi di studenti. Molte università nacquero dalla trasformazione di antiche scuole cattedrali o da scissioni di atenei già esistenti. L’Università di Napoli, invece, fu fondata per decisione del sovrano.
La nascita dell’ateneo napoletano si colloca nel più generale programma di rinnovamento promosso da Federico II di Svevia, sovrano de regno di Sicilia (che comprendeva tutta l’Italia meridionale) dal 1198 al 1250. Federico aveva bisogno di funzionari per amministrare in maniera efficiente la cosa pubblica e decise di istituire un apposito studium (nome con il quale erano chiamate all’epoca le università), che avrebbe evitato ai suoi sudditi di andare a studiare a Bologna o in altri Stati. Nonostante la corte risiedesse a Palermo, Federico decise di istituire l’ateneo a Napoli a causa delle tradizioni culturali e della posizione geografica della città, che era un punto di snodo importante per i trasporti e gli scambi.
La data di nascita “ufficiale” è considerata il 5 giugno 1224, il giorno nel quale Federico diramò una generalis lictera (una sorta di proclama), invitando gli studenti a recarsi a Napoli il 29 settembre, data di inizio degli studi (secondo alcune fonti la lictera fu diramata il 5 luglio). Scrisse il sovrano:
Desideriamo che in ogni parte del nostro Regno molti diventino savi e accorti attingendo alla fonte delle scienze e a un vivaio di saperi. Disponiamo perciò che nell’amenissima città di Napoli vengano insegnate le arti e coltivati gli studi connessi con ogni professione, così che i digiuni e gli affamati di sapere trovino nel nostro Regno di che soddisfare i propri desideri e non siano costretti, per ricercare la conoscenza, a peregrinare e a mendicare in terra straniera.
L’ateneo partenopeo è considerato la prima università “statale” al mondo, perché fu fondata direttamente dal re e non dalla chiesa o da gruppi di studiosi, come in altri casi. In origine, presso l’ateneo si insegnavano giurisprudenza, medicina, grammatica, logica e teologia, alle quali si aggiunsero nuove materie con il passare dei secoli. Non è noto quale fosse la sede originaria.
Dopo la fondazione, l’Università ha “accompagnato” la storia di Napoli in tutte le sue vicissitudini. Durante la dominazione angioina (1265-1442), quando Napoli divenne capitale del Regno, l’ateneo continuò a funzionare come al tempo di Federico II, ma restò chiuso per alcuni anni dopo l’ascesa al potere della dinastia aragonese. Riaperta stabilmente all’inizio del XVI secolo, restò in funzione in tutto il periodo nel quale il territorio del regno fu un vicereame della Spagna (1503-1713)
Nel Cinquecento, l’Università trovò sede nel Convento di San Domenico Maggiore e, dal secolo successivo, nel Palazzo dei Regi Studi, l’edificio che oggi ospita il Museo archeologico nazionale. Il ‘600 fu però un periodo di decadenza, dal quale l’ateneo iniziò a riprendersi solo nel secolo successivo, dopo che Napoli ebbe riconquistato l’autonomia sotto il dominio della dinastia borbonica, ascesa al potere nel 1734. Nel corso del Settecento illustri intellettuali partenopei, tra i quali Giambattista Vico e Antonio Genovesi, insegnarono presso l’Università e furono inaugurate nuove cattedre di astronomia ed economia.
Nel 1777 la sede fu trasferita presso il Convento del Salvatore e negli anni del Decennio francese (1806-1815) i corsi di studio furono articolati su cinque facoltà: medicina, matematica e fisica, giurisprudenza, economia, teologia.
L’Unità d’Italia portò nuovi cambiamenti per l’ateneo partenopeo. All’inizio del Novecento la sede fu trasferita in un palazzo appositamente costruito su Corso Umberto I, che tuttora ospita il rettorato e altri uffici.
Nel 1925, con la fondazione dell’Università di Bari, l’ateneo partenopeo perse il monopolio degli studi universitari nel Mezzogiorno. Ciò nonostante, nel secondo dopoguerra l”ateneo è andato incontro a profondi cambiamenti, collegati alla più generale evoluzione sistema universitario: da centri di studio frequentati da ristrette élite, le università sono diventate istituzioni di massa, con decine di migliaia di iscritti. Anche alla “Federico II” il numero di studenti è progressivamente cresciuto e sono state inaugurate nuove sedi in tutta la città.
Nel 1992 l’ateneo ha assunto l’attuale denominazione: Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Oggi la “Federico II” conta circa 72.000 iscritti (dati dell’anno accademico 2022/23) ed è la quarta università italiana per numero di studenti dopo “La Sapienza” di Roma e gli atenei di Bologna e Torino. È articolata in 26 dipartimenti e dispone di quasi 4000 tra professori e ricercatori.
L’Università è dislocata in vari quartieri della città: occupa diversi palazzi del centro storico e alcune sedi di altri quartieri, tra le quali il campus di Fuorigrotta e il più recente a San Giovanni a Teduccio.