Carlo Acutis diventa santo. Lo ha deciso il Papa dopo l’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, autorizzando il Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Carlo Acutis, fedele laico.
Acutis, un ragazzo stroncato a 15 anni dalla leucemia fulminante nel 2006, è considerato il “patrono di Internet” per la sua passione per l’informatica. Carlo aveva una fede molto radicata, anche a dispetto delle sofferenze procurategli dalla malattia che lo portò rapidamente alla morte. Ripeteva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”.
Nel caso di Carlo Acutis è stata ritenuta miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare, una rara anomalia congenita del pancreas, evidenziata da un esame clinico nel 2012, che avrebbe potuto essere corretta solo con un intervento chirurgico.
Carlo Acutis, genio dell’informatica, sarà il primo santo dei millennial e della Rete, già da tempo annunciato anche in Vaticano come il futuro patrono di Internet. La sua vita è stata «una preghiera continua», ricorda la madre Antonia Salzano: «Un ragazzo normale che ha aperto il suo cuore a Cristo. E ha reso santa la sua normalità», aggiunge. La famiglia Acutis si divide tra Milano, dove gestisce un’azienda, e Assisi, dove il ragazzo chiese di essere sepolto, venendo poi traslato nella chiesa di Santa Maria Maggiore dopo essere stato proclamato venerabile. La sua tomba, con il corpo visibile, è meta ogni anno di migliaia di pellegrini.
Antonia Salzano, originaria di Roma, ha 58 anni e il marito, torinese, 60. Carlo – ricorda – era nato casualmente a Londra dove la famiglia si trovava per motivi di lavoro. Carlo Acutis ha un fratello e una sorella nati entrambi dopo la sua scomparsa. «Un miracolo che mi annunciò lui in sogno», dice la madre. «C’è grande emozione – afferma ancora la donna dopo l’annuncio del Papa – anche perché di solito quando i santi vengono proclamati i genitori sono già defunti. Una gioia che condividiamo con tutti coloro che nel mondo ogni giorno pregano Carlo, che ci scrivono di lui e ci parlano di suoi miracoli».
Per Antonia Salzano il figlio è un «ragazzo che ci ricorda l’essenzialità della fede». «Ha reso santa la sua normalità – ha aggiunto – perché ha fatto tutto con Gesù: quando andava a giocare a pallone con gli amici o si impegnava per aiutare gli anziani e i senza tetto nelle strade di Milano. La sua era una sorta di Caritas domestica. C’era poi l’attività di catechista che ha svolto con passione, un’opera costante per diffondere la parola del Signore».